Va in ospedale a Taranto e attende invano per 31 ore. Un amico medico: «vai al pronto soccorso a Martina Franca». Si salva

L'ospedale di Taranto

L’uomo ha sostato su una barella per più di una giornata senza avere alcuna cura. Poi le dimissioni e la chiamata d’aiuto. Aiutato dal personale del nosocomio «Valle d’Itria»

di Federica Marangio

Si dimette volontariamente dopo aver atteso 31 ore al pronto soccorso dell’ospedale «Santissima Annunziata» di Taranto e grazie ai suggerimenti di un amico medito si salva la vita. La vicenda è quella di un 70enne (V. D. B.) che si è presentato in condizioni precarie, accompagnato dalla moglie all’ospedale di Taranto. Dopo aver sostato in barella dalle 14 del pomeriggio alle 21 della sera successiva senza essere preso in carico, firma le sue dimissioni e torna a casa. Ma è con l’aiuto esterno che evita i peggio. Infatti, raggiunge telefonicamente un amico di famiglia medico che risiede a Roma e chiede aiuto. Da Roma l’anestesista gli indica di rivolgersi subito all’Ospedale di Martina Franca, nosocomio della stessa Asl ma meno affollato.

Lì in sei ore, tra accettazione, esami ematochimici e trattamenti iniziali, viene dimesso con terapia farmacologica da proseguire nella sua abitazione. L’assistenza a distanza gli ha salvato la vita, essendo il paziente un soggetto diabetico e cardiopatico. Al Pronto Soccorso dell’Ospedale «Valle d’Itria» di Martina Franca dopo un’accurata consulenza cardiologica, gli è stata diagnosticata la fibrillazione atriale, un’aritmia che può portare anche a possibili complicanze gravi come l’ictus, senza un pronto intervento. Questa storia insegna che dinanzi a patologie non severe è più opportuno recarsi presso gli ospedali periferici che, con un flusso ridotto di ingressi, riescono a intervenire con maggiore tempestività ed efficienza.

 

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