Secondo il presidente Usa, i russi, che hanno conquistato “molto territorio ucraino”, vogliono la fine del conflitto. Londra e Parigi pensano a una “forza di rassicurazione” di stanza in siti infrastrutturali chiave in tutto il Paese
AGI – La Russia ha “conquistato molto territorio” ucraino e per questo ha in mano “le carte” per condurre qualsiasi colloquio di pace volto a porre fine alla guerra. Ne è convinto Donald Trump, secondo cui Mosca vuole vedere la fine del conflitto. Tornando a Washington dopo aver tenuto un discorso in un incontro economico promosso dall’Arabia Saudita in Florida, Trump ha parlato alla Bbc delle prospettive di pace tra Mosca e Kiev dicendo di credere che “i russi vogliono vedere la guerra finire”. “Penso che abbiano un po’ in mano le carte, perché hanno preso molto territorio. Hanno le carte”, ha detto sull’Air Force One.
Quando gli è stato chiesto se si fidasse della volontà di pace della Russia ha risposto semplicemente: “Sì”. L’incontro di Miami ha offerto a Trump l’occasione per tornare a definire Volodymyr Zelensky un “dittatore” che “si rifiuta di tenere le elezioni”. Il presidente ucraino “è in calo nei veri sondaggi ucraini” ha aggiunto Trump, “come puoi essere in crescita quando con ogni città viene demolita?”. Il mandato quinquennale di Zelensky sarebbe dovuto concludersi a maggio 2024, tuttavia il Paese è sotto legge marziale da quando la Russia ha lanciato la sua invasione su vasta scala a febbraio 2022 e le elezioni sono sospese, come prevede la costituzione.
Secondo Trump il presidente ucraino ha un indice di gradimento del 4%, ma la Bbc riporta un sondaggio condotto questo mese secondo cui il 57% degli ucraini dice di fidarsi di Zelensky. Le accuse al “dittatore” hanno rapidamente suscitato critiche da parte dei leader europei, tra cui il cancelliere tedesco Olaf Scholz, secondo il quale “è semplicemente sbagliato e pericoloso negare al presidente Zelensky la sua legittimita’ democratica”. Il primo ministro britannico Keir Starmer ha ribadito in una telefonata a Zelensky il suo di sostegno e il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato che lunedì sarà Kiev per “riaffermare l’appoggio della Spagna alla democrazia ucraina e al presidente”.
Anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha detto di considerare Zelensky “un interlocutore” e ha chiesto che l’Ue sieda al tavolo delle trattative. L’Unione, dal canto suo, ha detto senza mezzi termini che “l’Ucraina è una democrazia e la Russia no”. “Zelensky è un eroe” e Vladimir Putin è “l’unico dittatore in questa guerra” ha sintetizzato Benjamin Haddad, ministro francese con delega per l’Europa.
Piano anglo-francese per l’invio di 30 mila soldati. Mosca “inaccettabile”
Una “minaccia diretta inaccettabile”: così il Cremlino ha bollato il piano anglo-francese per lo schieramento di 30.000 militari come parte di una forza di mantenimento della pace dopo un eventuale accordo di cessate il fuoco con la Russia. Il piano che, secondo il Daily Mail, Keir Starmer potrebbe delineare in occasione di una visita a Washington la prossima settimana, vedrebbe la Gran Bretagna e la Francia assumersi la responsabilità di salvaguardare l’Ucraina sul campo, a condizione che gli Stati Uniti e altri Paesi della Nato forniscano copertura aerea.
Le forze armate ucraine pattuglierebbero una zona demilitarizzata che si estende per tutta la lunghezza della linea del fronte, mentre le truppe di una “forza di rassicurazione” anglo-francese sarebbero di stanza in siti infrastrutturali chiave in tutto il Paese. La presenza di truppe occidentali dovrebbe servire a scoraggiare futuri attacchi russi: gli aerei da combattimento e le batterie di missili statunitensi rimarrebbero in stand-by nelle basi dell’Europa orientale come ‘backstop’, mentre le risorse aeree e navali della Nato svolgerebbero anche missioni di ricognizione sull’Ucraina e nel Mar Nero.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha respinto la proposta come “inaccettabile” dopo che il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha definito la prospettiva di truppe Nato sul campo in Ucraina come una “minaccia diretta” alla sicurezza russa.
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