La Madonna dello Sterpeto, in Serbia conosciuta come “Madre di Dio dei rami secchi”, immagine e riferimento per cattolici e ortodossi, simbolo che la preghiera unisce e non divide.
Questo è quello che il signor Paolillo Gaetano, barlettano, che dal 1995 si è trasferito nei Balcani, ha voluto trasmettere, sottolineando anche la sua forte devozione e attaccamento alla sua Barletta, tanto da portare un pezzo di origini nella città di Nis (l’antica Naissus).
“Ricordo con gioia, quando in questi anni ho accompagnato gruppi di pellegrini serbi in visita nella mia città d’origine. Dicembre 2016, padre Vlajko Grabez, un sacerdote ortodosso di Nis, insieme ad un gruppo di fedeli serbi, ha intonato l’antico inno Akathistos alla Madre di Dio nel vecchio santuario della Madonna dello Sterpeto, davanti alla venerata immagine. Nel 2018, ero presente alla cerimonia della discesa del quadro della Madonna nel vecchio Santuario che fu officiata da S.E. Mons. Hocevar, l’allora arcivescovo metropolita di Belgrado, mentre nel 2019, alla stessa cerimonia, accompagnai padre Dejan Krstic, sacerdote ortodosso di Nis: anch’egli, con un altro gruppo di fedeli giunti dalla Serbia, intonò l’inno Akathistos nel Santuario vecchio della Madonna dello Sterpeto. Nell’ottobre del 2017, invece, nell’anniversario dell’intronizzazione della chiesa ortodossa di Nis della riproduzione artistica dell’icona della “Madre di Dio dei rami secchi”, una piccola delegazione di sacerdoti e fedeli barlettani venne a trovarci a Nis.”
Un vero e proprio gran legame, che il signor Paolillo ci ha raccontato ed è riuscito anche a trasmettere alla sua nuova città di residenza. Risale al lontano mese di maggio del 2007 il primo asse Nis-Barletta, quando ha accompagnato il Coro della Cattedrale Ortodossa di Nis a tenere un concerto nella Cattedrale di Barletta davanti all’icona della Madonna dello Sterpeto, però il vero legame si è poi stretto ben più tardi, nel 2015, quando il nuovo parroco cattolico di Nis, don Marko Trost, si è mostrato attento ad intrecciare buoni rapporti ecumenici con la comunità ortodossa locale, dato che la comunità cattolica è in forte minoranza. -Decidemmo allora di organizzare un pellegrinaggio ecumenico in Puglia, che facemmo coincidere con la festa Patronale a Barletta- ha riferito il signor Gaetano, che ha continuato spiegando un po’ come è nato questo “amore a prima vista” di questi fedeli cattolici e ortodossi in visita nella città. -Quel primo gruppo di fedeli rimase molto colpito dalla devozione che i barlettani rivolgono alla Madonna dello Sterpeto. Al nostro ritorno in Serbia, decisi di far realizzare da un artista locale una copia dell’icona della Madonna dello Sterpeto da tenere nella mia casa. Parlai con Don Marko della tradizione barlettana di portare l’icona dal Santuario in Cattedrale a Barletta per il mese di maggio ed insieme decidemmo di fare la stessa cosa a Nis. L’icona che io conservo a casa, e davanti alla quale prego, durante il mese di maggio viene portata nella Chiesa cattolica di Nis, dove rimane esposta alla venerazione dei fedeli per tutto il mese.-
Un legame che oltre dai cattolici, è stato recepito anche dagli ortodossi, dato che il barlettano Gaetano, è riuscito dopo aver avuto il permesso del vescovo ortodosso, perfino a far intronizzare, nell’ottobre del 2016, la riproduzione artistica della Madonna dello Sterpeto nella nuova chiesa ortodossa di Santa Parasceve (Sveta Petka, in serbo).
La popolazione serba, come ha accolto questa “nuova” icona? Si sentono abbastanza legati?
“L’icona fu oggetto di grande venerazione già dai primi giorni successivi all’intronizzazione e presto si riempì di ex-voto lasciati dai fedeli ai quali, evidentemente, la Madonna aveva esaudito le loro preghiere. Ma anche nella chiesa cattolica i fedeli sono ormai “affezionati” alla presenza dell’icona della Madonna dello Sterpeto in chiesa durante il mese di maggio. Abbiamo stampato delle immaginette dell’icona che i fedeli prendono con sé e portano a casa. Dietro l’immaginetta c’è la traduzione in lingua serba della preghiera alla Madonna dello Sterpeto che si recita a Barletta e che noi alla fine di ogni Santa Messa, durante il mese di maggio, tutti insieme recitiamo.”
“Tutti uniti sotto lo stesso manto” frase pronunciata da padre Vlajko Grabez quando venne in visita al Santuario di Barletta, proprio a voler sottolineare questo grande messaggio di unione e bellezza, dinanzi all’icona della “nostra” Madonna le differenze linguistiche, culturali e religiose sembrano scomparire, un vero e proprio messaggio pieno di significato e d’esempio per molti. Tutti fratelli sotto il manto della Mamma Celeste.
Savio Rociola
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