Il Tribunale di New York ha giudicato l’ex presidente Usa colpevole di aver gonfiato il valore degli asset della Trump Organization per ottenere prestiti a condizioni vantaggiose. I figli Eric e Donald Junior dovranno versare 4 milioni di dollari a testa. Il tycoon: “Giudice corrotto, è una caccia alle streghe”
AGI – Dopo gli 83 milioni di risarcimento da pagare per una causa civile alla scrittrice Jean Carroll, Donald Trump dovrà versarne 354,9 per aver gonfiato il valore delle sue proprietà in modo da ottenere prestiti da almeno due istituti bancari a favore della compagnia di famiglia, la Trump Organization. La decisione è stata annunciata nel pomeriggio di venerdì 16 febbraio dal giudice di New York Arthur Engoron, che ha inoltre imposto il divieto a Trump per tre anni di occupare ruoli in qualsiasi società con sede a New York, compresa la sua. Lo stesso divieto riguarda due dei tre figli adulti, Donald Jr e Eric Trump, ma per loro durerà due anni. Attualmente Eric è il Ceo della Trump Organization. I due fratelli sono stati anche condannati al pagamento di 4 milioni di dollari ciascuno.
Il tycoon ha annunciato ricorso, con la cifra finale che potrebbe arrivare a 450 milioni di dollari, aggiungendo gli interessi risparmiati con la frode, ma entro trenta giorni l’ex presidente dovrà depositare i soldi dovuti o garantire un ‘bond’ dello stesso valore. “Interferenza elettorale – ha accusato Trump su Truth – una attorney general (Letitia James, ndr) razzista e corrotta, insieme a un giudice corrotto, ha confezionato una sentenza illegale e non americana”. “Il sistema giudiziario dello Stato di New York e dell’America intera – ha aggiunto l’ex presidente – è sott’attacco di giudici e pubblici ministeri di parte e prevenuti“. Secondo Engoron, Trump ha presentato “dati finanziari platealmente falsi”. Il giudice ha inoltre definito “sospetto” il continuo vuoto di memoria dell’altra figlia, Ivanka Trump, mentre ha parlato di “testimone credibile” riguardo l’ex avvocato tuttofare di Trump, Michael Cohen. Questo giudizio porta altre preoccupazioni al tycoon, perché rilancia la reputazione di colui che era stato condannato per aver mentito all’Fbi e che Trump ha sempre definito poco attendibile.
Cohen, che aveva raccontato in aula il sistema adottato dai Trump per attuare la frode, ne esce per la prima volta da vincitore. E il 25 marzo, giorno in cui sempre a New York comincerà un altro processo con Trump imputato, stavolta per il pagamento in nero di una pornostar che minacciava di rivelare nel 2016 di aver fatto sesso con lui Cohen sarà il testimone chiave, perché ha sempre sostenuto di essere stato lui a pagare Stormy Daniels per conto di Trump. La prossima volta non si presenterà in aula solo come uno condannato per aver mentito, ma come una persona che si e’ dimostrata, secondo la Corte, capace di raccontare la verità.
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