Trovati i corpi di altri ostaggi a Gaza. I parenti contro Netanyahu: «È Mister Morte». Il premier: «Hamas rifiuta di negoziare e uccide»

Dall'alto a sinistra Almog Sarusi, Alex Lubnov, Carmel Gat, Ori Danino, Eden Yerushalmi e Hersh Goldberg-Polin

Sono 6 ragazzi del rave. Hamas incolpa Israele: «Uccisi da un raid». Netanyahu: «Hamas uccide e rifiuta di negoziare, non vuole un accordo»

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di Davide Frattini

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME – «Mr Death ha condannato gli ostaggi» hanno urlato contro Benjamin Netanyahu le madri e i padri dei rapiti tenuti a Gaza.

Ancora non sapevano che poche ore dopo l’esercito avrebbe annunciato di aver ritrovato sei corpi, spiegando che «le operazioni per l’identificazione sarebbero state lunghe». In realtà i nomi giravano già sui social media e sono stati confermati: i cadaveri sono di due donne e quattro uomini, la maggior parte giovani portati via dal festival rave nel deserto. Si tratta di Ori Danino, Alex Lubnov, Hersh Goldberg-Polin, Almog Sarusi, Eden Yerushalmi e Carmel Gat. I genitori di Goldberg-Polin – di nazionalità americana – avevano parlato alla convention del partito democratico a Chicago. Il presidente Joe Biden aveva seguito di persona il suo caso e adesso dice: «Sono devastato». La vice Kamala Harris, candidata alla successione, commenta: «Hamas ha ancora più sangue americano sulle mani».

Secondo quanto emerso, tre degli ostaggi erano nella lista «umanitaria» dei prigionieri: dovevano essere rilasciati nella prima fase di una proposta di accordo sugli ostaggi.

I loro corpi, secondo l’esercito, presentano ferite da arma da fuoco alla testa e in altre parti del corpo. Uno degli ostaggi mostrava segni di essere stato legato; sui corpi c’erano indicazioni di ferite riportate durante il rapimento, che sono state curate nel tempo. Secondo fonti della sicurezza israeliana, i sei ostaggi sono stati uccisi tra venerdì sera e sabato mattina.

Le ore di attesa nella notte, mentre le famiglie non erano ancora state informate, hanno creato situazioni surreali, come non era successo in questi undici mesi già angoscianti. Il fratello di Carmel Gat ha partecipato a un dibattito televisivo in diretta senza sapere che la sorella fosse morta, mentre gli altri partecipanti e i giornalisti avevano visto il nome nella lista non confermata.

L’ufficio del primo ministro – invece di reagire subito all’annuncio dell’esercito sul ritrovamento dei corpi – ha preferito precisare che la vaccinazione anti-poliomielite a Gaza non prevede pause nei combattimenti. Netanyahu resta più interessato a tenersi stretti gli alleati messianici e oltranzisti che non vogliono sentir parlare di tregue, anche solo umanitarie. Solo in mattinata ha rilasciato una dichiarazione registrata: «Hamas rifiuta di negoziare. Chi uccide gli ostaggi non vuole un accordo», ha detto. Hamas, a sua volta, ha detto che i prigionieri sono stati uccisi «da attacchi aerei israeliani»: dichiarazione che contrasta con quanto emerso dalle autopsia.

Le organizzazioni dei parenti annunciano per oggi una giornata in cui «il Paese tremerà». Ieri la polizia ha caricato i manifestanti, travolgendoli con i cavalli. Ma questa sera ci sarà una grande manifestazione davanti al ministero della Difesa a Tel Aviv, e in altre città e località del Paese ci saranno proteste.

Ieri, l’Autorità per le trasmissioni televisive ha deciso che gli israeliani non dovevano vedere il filmato prodotto dai famigliari dei 95 rapiti ancora prigionieri dei terroristi: mostra una galleria sotterranea che corre verso la disperazione, sovrapposta alle immagini delle ragazze rapite il 7 ottobre, in sottofondo il pianto di un neonato, la foto di una donna incinta con la didascalia: «Sono passati più di 9 mesi». Già a gennaio i genitori delle sequestrate si erano presentati in lacrime davanti ai parlamentari perché un’intesa venisse raggiunta, avevano riportato le testimonianze sulle violenze sessuali, urlato la paura che diventasse troppo tardi per interrompere le eventuali gravidanze.

Il video è l’ultima mossa nella campagna contro Netanyahu: «Ogni cittadino sappia che se verrà rapito, il primo ministro farà di tutto per salvarsi il posto». I famigliari attaccano la decisione del governo israeliano di voler mantenere le truppe nel Corridoio Filadelfia, al confine con l’Egitto, anche alla fine del conflitto nei 363 chilometri quadrati. I capi del gruppo fondamentalista ripetono di considerare falliti i negoziati in corso da un paio di settimane.

 

 

fonte: CORRIERE DELLA SERA

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