Il pubblico ministero ha disposto l’accertamento sulla mamma 40enne che venerdì mattina si è tolta la vita gettandosi dalla palazzina tenendo in braccio il figlio di appena 6 anni
Aveva assunto psicofarmaci o li aveva somministrati al figlio? Questa la domanda che il pubblico ministero Luca Bertuzzi, a cui la collega Paola Bonetti ha trasmesso il fascicolo in quanto reato specialistico da “codice rosso”, ha fatto al medico legale nel disporre l’autopsia sul corpo di Graziana Helga Todaro la mamma 40enne che, venerdì mattina, si è tolta la vita gettandosi dall’ultimo piano di una palazzina in via delle Piante a Rimini tenendo il braccio il piccolo Manuel di appena 6 anni. L’esame autoptico, quindi, verrà eseguito anche sul bambino per accertare se nel suo sangue ci fosse stata la presenza dei farmaci che la madre assumeva per combattere la depressione. Una tragedia che ha sconvolto tutta la città e per la quale sembra essere oramai chiarita la dinamica anche dopo che gli inquirenti della Squadra Mobile hanno ascoltato il compagno della 40enne che ha delineato il quadro nel quale è maturato il dramma.
Secondo quanto emerso, infatti, la relazione della coppia era arrivata al termine e questo potrebbe aver influito non poco sulla depressione in cui versava Graziana che si era anche rivolta a un legale per avere un aiuto per la gestione delle pratiche legate all’eventuale affidamento del bambino. Venerdì mattina, come era già accaduto nei giorni precedenti, la 40enne era arrivata in via delle Piante per affidare il figlio ai nonni materni che lo avrebbero poi accompagnato al centro estivo mentre la mamma andava a lavorare come commessa in una profumeria del centro storico. Poco dopo le 8, tuttavia, invece di fermarsi nell’appartamento dei genitori Graziana ha proseguito con l’ascensore fino all’ultimo piano della palazzina per poi accedere tramite una scala al lastrico solare del quinto piano.
Che si fosse trattato di un gesto volontario e non di una disgrazia è apparso subito chiaro agli inquirenti che, fin dalla prima ricostruzione, hanno ritrovato nella borsa due biglietti con i quali chiedeva scusa a tutti per l’atto che si accingeva a compiere, oltre a dei farmaci per la depressione. “Era una mamma premurosa, dolce e innamorata di suo figlio”, la ricorda l’avvocatessa Elena Guidi, che le seguiva le pratiche di regolamentazione e affidamento del bambino dopo la separazione dal compagno.
FONTE. RIMINI TODAY
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