Dovranno lasciare la propria casa di Talsano il prossimo 8 maggio. La donna: «Temo per la sua salute, potrebbe subire uno shock»
Adriana Parisi e suo figlio Saverio Simonetti, un ragazzo di 31 anni con sindrome di autismo, abitano nella casa di via Umberto I a Talsano, borgata di 12 mila abitanti alle porte di Taranto, da 24 anni. Il prossimo otto maggio dovrebbero lasciarla perché diventa esecutivo lo sfratto e si presenteranno alla loro porta gli uomini dell’Ivg (istituto vendite giudiziarie) e delle forze dell’ordine. L’espulsione da questo nido domestico metterebbe gravemente in crisi Saverio il quale, in un’altra qualsivoglia sistemazione, dovrebbe ricostruire ex novo i propri punti di riferimento e il proprio orizzonte di spostamenti.
I mancati pagamenti del mutuo e l’inizio della vicenda
«Noi tenteremo un ulteriore mediazione con questa persona che ha acquistato la casa – dice la mamma – nella speranza di chiudere questa faccenda per il bene di tutti e senza che nessuno perda nulla». Dietro lo sfratto c’è la storia dei mancati pagamenti di un mutuo, a causa delle spese mediche sostenute per il figlio, da parte di Adriana e suo marito, separati dal 2016. Un debito iniziale di 28 mila euro cresciuto a 32mila, impossibile da onorare all’epoca e oggi. La conseguenza fu che la banca si riprese la casa e la mise in vendita. Fu acquistata da qualcuno alla terza asta per 21mila euro. Le mediazioni tentate fino a oggi sono tutte fallite e soluzioni alternative non si trovano. Il 23 aprile Adriana Parisi e il comitato spontaneo «IoStoConSaverio» hanno organizzato un sit in sotto la sede della prefettura di Taranto e hanno ottenuto un incontro con il vice prefetto vicario Eufemia Tarsia. L’obiettivo prioritario della donna e di suo figlio Saverio è di restare in quella casa, pagando l’affitto o cercando di ricomprarla.
Gli appelli a Mattarella ed Emiliano
La prima notifica di sfratto risale al maggio dell’anno scorso, ma già due mesi prima Adriana Parisi s’era rivolta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente della Regione Michele Emiliano sollecitando un intervento per individuare una soluzione. «Qui è stato violato il diritto alla diversità – sostiene Adriana prima di essere ricevuta in prefettura – perché tutto ciò che ruota attorno a questa persona avrebbe dovuto muoversi in precedenza per non andare incontro a questo ulteriore disagio». L’anno scorso lo sgombero venne congelato grazie alla mediazione del prefetto Demetrio Martino. Ora la situazione è punto e a capo. Adriana ha sempre sostenuto di non aver mai ricevuto all’epoca la documentazione relativa al pignoramento né gli avvisi dell’asta e di aver ripetutamente tentato di raggiungere un’intesa con l’acquirente per garantire serenità e stabilità al figlio. «Mio figlio – ha dichiarato due giorni fa – è abituato alla routine e i cambiamenti improvvisi potrebbero provocargli stress emotivo. Questa è la casa dove è cresciuto in mezzo a tanto affetto, un quartiere dove sa muoversi, dove è rispettato ed accettato nella sua condizione. Saverio non può essere considerato un numero di pratica, un incidente di percorso».
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