Il caso di Greta Marraffa, il cui stipendio è stato equiparato a quello di un dirigente pur non avendone le responsaiìbilità, ha scatenato molte reazioni negative
Da staffista di un ex assessore comunale a capo di gabinetto alla Provincia e, infine, capo di gabinetto al Comune. È la velocissima traiettoria professionale percorsa da Greta Marraffa la quale, dal primo marzo scorso, guadagna quanto un dirigente. Pur non avendone le responsabilità, dal momento che non può assumere obblighi per conto dell’ente in quanto sprovvista di una funzione gestionale, lo stipendio della neo capo di gabinetto di Palazzo di città è equiparato, stando alla delibera 72 del primo marzo scorso approvata in giunta, al dirigente della Direzione Gabinetto dal quale formalmente dipende anche se incardinata nello staff del primo cittadino.
Le reazioni
Il provvedimento, portato in giunta dallo stesso sindaco Rinaldo Melucci, ha suscitato immediate reazioni nel mondo politico. I consiglieri di opposizione Gianni Liviano, Enzo Di Gregorio, Lucio Lonoce, Luca Contrario, Antonio Lenti e Mario Odone fanno notare che «Melucci continua a sorprenderci per la gestione personalizzata e privatistica che ha della cosa pubblica. Sottoporremo alla Corte dei Conti la valutazione della legittimità di questa decisione che, ripetiamo, noi riteniamo inaccettabile». Sottolineano che mentre il Comune manda «cartelle esattoriali a persone ammalate e in difficoltà economica e lo sfratto esecutivo a quattro anziani che sperimentano un’esperienza di cohousing in un immobile di proprietà comunale, dall’altro, aumenta il compenso al capo di gabinetto e lo si equipara alla retribuzione tabellare prevista per i dirigenti». Infine rilevano la veloce ascesa professionale «fino a riscuotere oggi lo stesso stipendio di dirigenti vincitori di concorso e con notevole esperienza».
La carriera di Maraffa
In effetti Greta Marraffa ha attraversato le porte girevoli degli enti locali tarantini alla velocità della luce. Nel giugno 2022 s’è candidata nella lista “Taranto Crea” di appoggio al sindaco senza essere eletta. Ma subito dopo viene cooptata nello staff dell’ex assessore Mattia Giorno. Passano pochi mesi, Melucci è eletto presidente della Provincia e lei transita nel suo staff lasciando l’assessorato. Ci resta quasi un anno, non privo di tensioni con il personale della Provincia, quando Melucci liquida il suo staff al Comune, con stipendi completi di un emolumento accessorio fisso di 1.950 euro, e la assume come capo di gabinetto deliberando anche quest’ultimo poderoso balzo di stipendio tra 80 e 90 mila euro lordi l’anno.
Come funziona il ricorso a personale esterno
Il ricorso a personale esterno è consentito dalla legge e le assunzioni dirette sono fatte intuitu personae. La cosa scandalizzò perfino il consigliere Luigi Abbate, all’epoca feroce oppositore del sindaco. In uno dei suoi video disse che «Melucci ha trasformato gli enti da lui presieduti in poltronifici. Chi è questa Greta Marraffa? Evidentemente il sindaco ha una cotta politico-amministrativa per questa persona». Intanto Stefania Fornaro (Con) commenta che «in un momento come questo in cui la macchina amministrativa avrebbe bisogno di altro personale, in cui la città e le imprese chiedono aiuto, vengono previsti aumenti di stipendio al neo capo di gabinetto e lo si equipara alla retribuzione tabellare prevista per i dirigenti. Qualsiasi sia la motivazione, fosse anche quella della gigantesca esperienza, non può giustificare tale decisione».
fonte: Corriere del Mezzogiorno
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