Dopo la batosta subita in Liguria, Conte rimane aperto a collaborare con le altre opposizioni, purché sia garantita eguale dignità a tutte le forze politiche
AGI – Nessuna alleanza organica. La linea del Movimento 5 Stelle non cambia all’indomani della brusca battuta d’arresto subita in Liguria. Il Movimento rimane stabilmente in un perimetro progressista alternativo alla destra che oggi governa il Paese e pronto a collaborare sulla base di temi condivisi con il resto delle opposizioni. Temi che sono gli stessi sui quali le opposizioni si sono incontrate in questi mesi: sanità, salario minimo, transizione ecologica. Prima del voto ligure, poi, le opposizioni sono state compatte sulla vertenza Stellantis che le ha viste insieme ai lavoratori in piazza a Roma. I prossimi appuntamenti riguarderanno la manovra e i contatti fra i partiti di opposizione sono già in corso per quello che riguarda la difesa della sanità pubblica.
Non sfugge ai dirigenti M5s che la sconfitta in Liguria richiede un cambio di passo e, forse, anche una diversa organizzazione del Movimento. Ma per questo, viene sottolineato, c’è già la Costituente con l’assemblea nazionale che si riunirà a fine novembre. La condizione richiesta dai Cinque Stelle per sedere a qualsiasi tavolo è, ancora più di prima, la eguale dignità fra tutte le forze politiche con le quali si dialoga e il rispetto dei principi costitutivi del Movimento. Un concetto ribadito nelle ore in cui il Partito Democratico e la sua segretaria, Elly Schlein, tornano a rivendicare il ruolo di ‘deus ex machina’ della coalizione. Messo in chiaro questo, testa e cuore ai dossier parlamentari, a cominciare dalla manovra per arrivare alla partita dell’Antimafia.
Ieri Giuseppe Conte ha presenziato assieme ai due capigruppo M5s, Stefano Patuanelli e Francesco Silvestri, alla conferenza stampa “Quale Antimafia”. Il presidente M5s e i capigruppo hanno rinnovato, se mai ce ne fosse bisogno, il loro sostegno a quelli che considerano “due campioni dell’Antimafia”, ovvero Roberto Scarpinato e Federico Cafiero De Raho. I due ex magistrati impegnati in un braccio di ferro con la maggioranza in Commissione Antimafia che li accusa di conflitto di interessi sul dossier delle stragi di mafia. Per Conte, il vero conflitto di interesse è quello che riguarda la presidente della Commissione Chiara Colosimo, in virtù della sua amicizia con “Ciavardini, condannato per aver ucciso il procuratore Mario Amato. È stato condannato a 13 anni per l’omicidio dell’appuntato Francesco Evangelista. E Colosimo impedisce a Roberto Scarpinato, che non ha nulla da nascondere, di accedere alle conversazioni di sua pertinenza. La presidente Colosimo ha assunto questo comportamento abusivo senza alcuna norma di legge”, aggiunge Conte.
E, per tornare al tema alleanze, non è un caso che alla conferenza stampa ci fosse un esponente del Pd come Walter Verini. “È un onore stare in commissione Antomafia con De Raho e Scarpinato”, ha sottolineato l’esponente dem. Una presenza, quella di Verini, che viene sottolineata da un esponente M5s quando gli si chiede se con il Pd continuerà il dialogo o se, come paventato in alcune ricostruzioni, il M5s è intenzionato a fare opposizione da solo: “Non sfuggirà chi era qui con noi, stasera”.
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