De Fazio, segretario della Uilpa: «Situazione gravissima». Fonti vicine al governo minimizzano: soltanto un limitato dissenso. La Procura apre un’inchiesta
di ISABELLA MASELLI
BARI – Una violenta rivolta ha tenuto in scacco per tre ore il carcere di Bari, dove tra le 19 e le 20 – stando a quanto riferito dai sindacati di polizia penitenziaria – quattro detenuti della seconda sezione dell’istituto, al primo piano dove sono ospitati circa 70 detenuti per reati comuni, hanno iniziato a protestare danneggiando suppellettili e dando fuoco a lenzuola e coperte. Nel corso della rivolta è stato sequestrato un infermiere del reparto e aggredito violentemente un agente penitenziario che ha riportato ferite al volto. L’agente è stato portato in ospedale. L’infermiere è stata nel frattempo rilasciata. Sarebbe poi stata presa d’assalto l’infermeria, con contestuale sottrazione di farmaci da parte dei reclusi.
La rivolta è stata sedata intorno alle 22,30. All’interno della struttura il direttore Valeria Pirè ha seguito costantemente la situazione. La Procura di Bari ha immediatamente aperto un’inchiesta: la causa della rivolta sarebbe stata “un atto di dissenso nei confronti della polizia penitenziaria”. Quanto avvenuto è seguito anche dal ministero della giustizia. Secondo fonti di governo sarebbe eccessivo parlare di rivolta, e sarebbe più giusto parlare di una “contestazione”.
«Dalle primissime e ancora disarticolate notizie che ci giungono – aveva denunciato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria – alcuni detenuti di una sezione detentiva avrebbero sequestrato un’infermiera e aggredito violentemente l’appartenente alla Polizia penitenziaria in servizio, che cercava di impedirlo». Il sindacalista aveva sottolineato che «sarebbero stati richiamati gli agenti di riposo e altri sarebbero stati inviati da diverse carceri della regione».
Anche l’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) conferma la ricostruzione della rivolta che coinvolgerebbe l’intera sezione, circa 70 detenuti. «Si ha il motivato timore – dice il segretario Generale Leo Beneduci – che la situazione del carcere di Bari in cui sono allocati detenuti anche appartenenti alle famiglie criminali del territorio possa degenerare ulteriormente ovvero la rivolta in corso possa servire da innesco per altre realtà penitenziarie pugliesi anch’esse in precarie condizioni di organico e di vivibilità».
«A Bari, peraltro, – ricorda il sindacato Uilpa – a fronte di 252 posti disponibili, sono presenti ben 390 detenuti, gestiti da 220 poliziotti penitenziari quando ne servirebbero almeno 449. È chiaro a tutti che il decreto carceri e la sua conversione in legge non sono serviti e non serviranno a nulla. La premier, Giorgia Meloni, sospenda le ferie e convochi una riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri per affrontare compiutamente l’emergenza».
fonte: GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
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