Un titolo, che non solo rappresenta una domanda che in molti si pongono da oltre 100 anni, ma anche una richiesta di SOS della cittadinanza tutta, che sente notizie del suo porto da anni, senza però vedere nulla di concreto.
Il giorno 15 Giugno, la domanda se l’è posta anche la sezione barlettana della Società di Storia Patria, “Salvatore Santeramo”, organizzando un’importante convegno tematico moderato dal giornalista Giuseppe Dimiccoli, con la partecipazione della Guardia Costiera e del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale Ugo Patroni Griffi, durante il quale è stato anche delineato il ruolo dei porti, nello sviluppo dei territori.
“Un porto dello Stato, utile solo a muovere l’economia” le parole di Patroni Griffi, che hanno interdetto i diversi cittadini accorsi per ascoltare “futuro”, un qualcosa di diverso per una città che sente la solita musica da molteplici anni e che rimane errante in attesa di un qualcosa che possa e dovrebbe portare lustro a una città intera e alla nazione intera che avrà Barletta, come probabile nuovo punto di approdo soprattutto nell’economia e forse anche nel turismo mondiale.
“Abbiamo già realizzato una stazione crocieristica, un terminal che oggi è operativo e lo abbiamo promosso quando siamo stati a Miami, mettendo in contatto il Sindaco con le compagnie che rappresentano quel segmento di navi da crociera che potrebbero scalare in questo porto. È stato inserito come porto turistico, che ancora non c’è, nelle dimensioni che pensiamo noi, nell’associazione Marine di Puglia perché questo potrebbe essere una struttura che potrebbe accogliere i mega yacht. In questo porto si sta sviluppando tutto quello che riguarda l’economia circolare. Vogliamo fare di tutti questi porti il centro della nuova economia legata alla transizione energetica e alla sostenibilità” ha riferito il Presidente Griffi, apparso alquanto ottimista, continuando proprio il suo pensiero esprimendo il fatto di “volere tutto”: “Nel futuro di tutti i porti da me gestiti, c’è tutto. Io voglio tutto, porto turistico e mercantile, perché la portualità ha bisogno di una visione globale.”
I cittadini barlettani però nell’esprimere le diverse domande, dubbi, perplessità e soprattuto preoccupazioni, hanno sottolineato proprio il fatto di non vedere e non conoscere una reale “progettualità”, che coinvolge il famoso Braccio di Levante e di Ponente, approfittando anche della presenza di alcune autorità civili per sottolineare il degrado della strada che costeggia la Lega Navale e ponendo interrogativi sui prossimi lavori e sul dragaggio, che a quanto pare è già stato iniziato, per poi essere completato dopo i mesi estivi.
Primo dei dubbi? Un dragaggio che a quanto pare viene effettuando prima di poter cominciare i lavori di allungamento del porto (lavori previsti nel 2023), ma che al momento sembrano ancora non arrivare, quindi da quel che sembra è come un “pulire” prima di sporcare nuovamente.
Secondo? Perché i barlettani devono vedere i porti limitrofi crescere di gran lunga, o nascere, per vedere il suo, che seppur definito dal Comandante Governale, in “buona salute, nonostante le criticità presenti” sembra avere problemi logistici, storici. Il comandante di Fregata, ha anche voluto ripetere a gran voce che il problema principale attualmente è la messa in sicurezza, gran punto di forza di un porto che ha sempre lavorato a pieno regime anche durante la pandemia da Covid-19.
“Il futuro del porto ha radici impiantare nel passato”, ha detto Michele Grimaldi, direttore dell’archivio di Stato, parlando del porto di Barletta, il quale ha sempre avuto una vocazione commerciale, parlando anche dei commercianti napoletani, che si spostavano a Barletta proprio per mandare le merci nell’oriente.
Ma quindi “Quale futuro per il porto di Barletta?” Una domanda alla quale le istituzioni hanno cercato di rispondere, ma che ha lasciato solo un “sapore di mare” amaro, con i barlettani interdetti da anni, che sperano ogni giorno nel vedere il proprio porto e la litoranea tutta rivalutata.
Savio Rociola
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