di Redazione
Nel corso di una teleconferenza al vertice del G20, il presidente russo Vladimir Putin ha adottato un tono diplomatico e moderato, sottolineando l’imperativo di porre fine alla “tragedia” in corso in Ucraina. In un cambio di terminologia significativo, Putin ha qualificato apertamente la situazione come una “guerra”, abbandonando l’eufemismo precedentemente utilizzato di “operazione militare speciale”.
La leader italiana Giorgia Meloni si è mostrata scettica riguardo a un effettivo mutamento di rotta da parte di Mosca, enfatizzando che la Russia potrebbe contribuire alla pace ritirandosi dai territori illegalmente occupati in Ucraina. Meloni ha condannato le azioni russe, ritenendole dannose su scala globale, riflesso delle crescenti incertezze nel mondo occidentale sulla sostenibilità del sostegno a Volodymyr Zelensky.
Putin ha rivolto critiche all’Ucraina, richiamando eventi passati come il conflitto in Donbass e accusando gli Stati Uniti di un sostegno indiscriminato a Israele. Ha utilizzato queste argomentazioni per sottolineare la necessità di riequilibrare la gestione economica globale in modo multipolare, sostenendo la revisione dell’Organizzazione mondiale del commercio e un maggiore coinvolgimento delle economie in via di sviluppo nelle istituzioni finanziarie internazionali.
L’intervento di Putin ha cercato di presentare la Russia come un attore impegnato nella ricerca di soluzioni pacifiche, nonostante le precedenti critiche e tensioni internazionali. La sua dichiarazione sulla “gestione economica globale” evidenzia l’alleato strategico cinese, con Mosca e Pechino che concordano sulla necessità di un cambiamento nell’ordine economico mondiale.
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