Imputazione coatta per Nicola Scalone: un uomo è stato colpito al braccio, per fortuna senza conseguenze
di FRANCESCO CASULA (GdM)
SAN GIORGIO IONICO – Getto pericoloso di cose. È l’accusa da cui dovrà difendersi Nicola Scalone, titolare del poligono “Nisckal” di San Giorgio Ionico per il quale il gip Alessandra romano ha disposto l’imputazione coatta nonostante la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura. Tutto è cominciato alcuni anni fa quando proiettili e schegge vaganti dal Nisckal hanno raggiunto il poligono accanto, «Cava Tarentum tiro e sport» di Antonio Andrisani dando il via a una guerra di carte bollate che ora rischia di mandare Scalone sotto processo. Succede tutto in contrada Belvedere, tra le cave che si trovano nella strada che collega il comune di San Giorgio a Pulsano al versante orientale della provincia ionica. Dal 2019, infatti, i due poligoni di tiro divisi tra loro solo da un muretto spesso un metro e altro appena due metri e mezzo.
Il Cava Tarentum, però, esiste dal 2011 e dall’arrivo del nuovo vicino ha dovuto fare i conti con i rischi corsi da coloro che, mentre si esercitavano regolarmente nel suo poligono, si sono ritrovati sotto una sorta di pioggia di schegge di piombo provenienti dalla struttura accanto.
Il 27 giugno 2019, Andrisano e altri soci hanno udito colpi di arma da fuoco provenienti dal terreno accanto alla sua struttura. L’uomo ha contattato i carabinieri che poco dopo sono arrivati sul luogo e hanno identificato cinque persone tra cui Nicola Scalone. Questi spiegò ai militari di essere il proprietario del terreno e che si stava esercitando provvisoriamente sul suo terreno: per quel suolo, era stata richiesta l’autorizzazione all’utilizzo come poligono, ma in quella data di giugno non era stata ancora rilasciata. I militari hanno ordinato di cessare immediatamente le attività e hanno predisposto una relazione che è giunta sui tavoli della magistratura. Gli episodi si sono ripetuti, in modo simile, nel tempo e sono puntualmente giunti sui tavoli della magistratura. Uno dei testimoni ascoltati dagli investigatori ha anche dichiarato che, in una occasione, una scheggia di piombo sarebbe arrivata sul suo braccio, fortunatamente senza conseguenze. A dicembre 2019, intanto, il poligono di Scalone ha ottenuto dal comando della Polizia Locale di San Giorgio per una postazione di tiro e a giugno 2020 un’autorizzazione a carattere più ampio. Anche sulla base di queste autorizzazioni, la procura ha chiuso le prime denunce con l’archiviazione nei confronti di Scalone: ritenendo la questione di natura amministrativa. Anche il secondo rischiava di chiudersi allo stesso modo, ma l’avvocato Francesco Nevoli che assiste Andrisano, si è opposto e il giudice Romano gli ha dato ragione disponendo che entro 10 giorni sia formulata l’accusa nei confronti di Scalone e avviata la richiesta di rinvio a giudizio.
fonte: GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
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