di ROCIOLA Savio
Un evento per aprire gli occhi, smuovere le coscienze, distruggere il silenzio, ecco, elementi chiave di convegno, che si è tenuto presso la Parrocchia “Sant’Andrea” di Barletta, pochi giorni fa, agli occhi dell’Arcivescovo, Mons. Leonardo D’Ascenzo, del Prefetto dott.ssa Rossana Riflesso, del questore di Barletta-Andria-Trani Roberto Pellicone, degli Enti del “Progetto Solidale”, “Libera” e della cittadinanza tutta, che hanno ospitato Giuseppe Antoci, “l’eroe dei nostri tempi”, come lo ha definito il celebre scrittore Andrea Camilleri.
Un incontro durante le tessere della memoria, hanno formato un grande puzzle, voluto dagli Enti del “Progetto Solidale” (Legambiente Circolo di Barletta, Unitalsi, AMCI – Associazione Medici Cattolici Italiani, Caritas Barletta, Centro Studi Barletta in Rosa e AVIS) che da diverso tempo hanno “corteggiato” il dottor Antoci. “Penso che i veri eroi siano coloro che scelgono di ribellarsi alla mafia in silenzio, senza i fari dell’attenzione e la protezione dello stato; coloro che denunciano gli estorsori e i mafiosi pur temendo per l’incolumità della propria famiglia. È questo lo zoccolo duro del paese”, ha riferito in uno dei suoi interventi, durante il dialogo avuto con il giornalista Giovanni Di Benedetto.Una frase efficace, quella detta dall’ex presidente del Parco dei Nebrodi, che ha parlato delle tante vicissitudini della sua storia, del suo vivere sotto scorta, delle tappe principali della lunga battaglia contro il potere mafioso, degli intrecci della sua vita con la famosa “Via d’Amelio” a Palermo.
Tre sono le parole che si sono ripetute molteplici volte durante il convegno, Silenzio, paure, scelte, delle parole “vere protagoniste dell’evento” i cui argomenti hanno preso il largo nella lotta alla criminalità organizzata nel settore dell’agroindustriale, per discutere di quella che appare oggi la nuova sfida contro una “mafia 3.0”, da poter combattere con il protocollo Antoci (istituito nel 2017), che la Commissione europea considera tra gli strumenti più importanti di lotta alla mafia sui fondi europei per l’agricoltura.
Ecco, facendo il proprio dovere si combattono le mafie, adempiendo ai propri compiti, giorno dopo giorno, scegliendo, parlando, avendo il dovere di cittadinanza. “State lontani dalla cultura mafiosa. Scegliete ogni giorno di seguire il dovere di cittadinanza… ogni nostro piccolo gesto toglie terreno alla criminalità. Non lasciamo mai nessuno indietro e diamo a tutti la possibilità di cambiare strada. Siete voi la miglior lotta alla mafia di questo paese”, ha concluso il Dottor Antoci.
Savio Rociola
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