Parlamento Ue, Roberta Metsola riconfermata presidente con una maggioranza record del 90,2%

Candidata del Ppe, Metsola aveva solo una sfidante: la spagnola di Podemos Irene Montero del gruppo della Sinistra, che ha ottenuto 61 voti

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di Francesca Basso

Dalla nostra inviata
STRASBURGO Un lunghissimo applauso. La presidente uscente del Parlamento europeo Roberta Metsola è stata riconfermata al primo turno alla guida dell’emiciclo per altri due anni e mezzo con 562 voti su 699 votanti (76 le schede bianche e nulle). La maggioranza richiesta era di 312 voti. La votazione è avvenuta martedì mattina nel corso della seduta di avvio della decima legislatura. Metsola ha ottenuto il 90,2% di preferenze, la percentuale più alta nella storia del Parlamento europeo.

Candidata del Ppe, Metsola aveva solo una sfidante: la spagnola di Podemos Irene Montero del gruppo della Sinistra, di cui fa parte il M5S, che ha ottenuto 61 voti. Nel suo discorso di presentazione per ottenere il sostegno dei deputati la politica maltese (record di preferenze nel suo Paese) ha spiegato che la sua «passione» per il progetto europeo «non si è affievolita»: «Voglio contribuire a migliorarlo, a colmare il divario che rimane tra ciò che i cittadini si aspettano dall’Europa e ciò che siamo in grado di offrire – ha detto -. Per questo motivo, sono qui per chiedere la vostra fiducia e il vostro voto per permetterci di continuare a lavorare insieme per i prossimi due anni e mezzo».

I padri fondatori

La presidente Metsola ha ringraziato per la «fiducia» e ha promesso che «sarà un Parlamento per tutti in Europa, per rispettare le promesse dei padri fondatori». Parlando in italiano, ha citato De Gasperi: «La tendenza all’essere uniti è una delle costanti della storia, disse Alcide De Gasperi 70 anni fa. Parliamo, scriviamo, insistiamo, non lasciamo un istante di respiro che l’Europa rimanga l’argomento del giorno. Faccio eco delle sue parole che dobbiamo ricordare in questa legislatura».  Ha anche ricordato Falcone e Borsellino: «La nostra dev’essere un’Europa di cui sarebbero orgogliosi Falcone e Borsellino. La nostra dev’essere un’Europa che li onora».

Le donne

Per Metsola «non possiamo lasciare l’Europa un posto migliore se troppe donne non riescono ancora a sentirsi parte di essa. Troppe donne vengono ancora maltrattate, picchiate, uccise nella nostra Europa. Troppe donne lottano ancora per i diritti. Troppe donne guadagnano ancora meno degli uomini per lo stesso lavoro. Troppe donne hanno ancora paura. Questa deve diventare anche la loro Europa». «Possiamo costruire l’Europa che Simone Veil e Nicole Fontaine sognavano -ha proseguito -. L’Europa che MarieSkłodowska-Curie non è riuscita a imbrigliare completamente. L’Europa che Giulia (Cecchettin, ndr), Pelin, Ana Vanessa, Daphne e tante altre donne non potranno mai vedere. Lo faremo per loro, per tutti coloro che non possono non hanno potuto parlare, e per tutte quelle che verranno dopo».

L’invito all’uguaglianza

Poi un messaggio di unità: «La polarizzazione nelle nostra società ha portato a una politica di scontro e anche a violenza politica. La risposta semplice è quella di dividerci tra “noi e loro” ma dobbiamo andare oltre questo pensiero che fomenta odio invece di costruire speranza». Per Metsola «dobbiamo garantire uguaglianza in Europa, offrendo a tutti le stesse possibilità».

L’Ucraina

La presidente, che è stata la prima leader delle istituzioni europee ad andare da Zelensky a pochi giorni dal ritiro dei carrarmati russi dalla periferia di Kiev, ha confermato il suo pieno sostegno all’Ucraina. «La guerra di aggressione della Russia in Ucraina rimane prioritaria nel nostro programma – ha spiegato – Sono stata a Kiev quando è scoppiata la guerra. Saremo al fianco dell’Ucraina e saremo chiamati a fare di più: l’Europa deve difendere la pace e la libertà, con giustizia e libertà».

 

 

FONTE: CORRIERE DELLA SERA

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