Secondo la denuncia della donna, le molestie sarebbero state compiute anche nella sala operativa. Il pm aveva chiesto l’archiviazione
di Carlo Testa
L’inchiesta sui presunti abusi sessuali su una volontaria in ferma prefissata nella Capitaneria di porto di Otranto per il momento non verrà archiviata. Il gip di Lecce, Angelo Zizzari, ha infatti disposto nuove indagini nell’inchiesta in cui sono indagati due sottufficiali della Capitaneria di porto, accusati di violenza sessuale. Il giudice ha disposto di procedere all’interrogatorio della madre e di due colleghe della volontaria in modo da acquisire ulteriori elementi sulla vicenda.
La denuncia
Il sostituto procuratore del Tribunale di Lecce, Luigi Mastroniani, aveva fatto richiesta di archiviazione ma il gip ha respinto l’istanza. E ha disposto altri accertamenti. L’inchiesta è scattata dopo la denuncia della volontaria in ferma prefissata, la quale ha riferito di aver subito abusi fin dal suo arrivo alla Capitaneria di porto di Otranto. Quando era in servizio con uno dei due sottufficiali, con cui la volontaria aveva partecipato all’operazione “Maresicuro” nell’estate del 2021, l’uomo – secondo quanto riferito – chiudeva la porta dell’ufficio per compiere abusi. Sempre secondo il racconto della ragazza, molestie sarebbero state compiute dall’altro sottufficiale nella sala operativa durante i turni di notte.
La linea della difesa
I sottufficiali hanno sempre respinto le accuse sostenendo che la denuncia sarebbe un pretesto utilizzato dalla donna per non dire ai genitori di non essere intenzionata a proseguire la vita militare. La vicenda sarebbe stata nota anche ad altre colleghe della Capitaneria di porto, che avrebbero tentato di non lasciare mai sola la volontaria in ferma prefissata, che nel luglio del 2022 aveva accusato problemi fisici e psicologici e non era più riuscita a tornare in servizio.
fonte: Corriere del Mezzogiorno
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