Terra Santa | Ordinazione sacerdotale di quattro seminaristi del Redemptoris Mater di Galilea

La cerimonia presieduta dal Patriarca Pizzaballa nella Domus Galilae celebra la diversità ecclesiale della Terra Santa e il carisma del Cammino Neocatecumenale.

Nel mese di dicembre del 2023 quattro seminaristi del Redemptoris Mater di Galilea ricevettero il diaconato per l’imposizione delle mani della sua Beatitudine Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini. Il 28 giugno 2024, dopo aver vissuto un tempo di servizio e di missione in mezzo al popolo santo di Dio, Ruben Cabrera Rosique, spagnolo, Kacper Jurczyk, polacco, Roman Savluk, ucraino, e Giovanni Bovi, italiano, sono stati ordinati presbiteri della Chiesa Cattolica.

Il cardinale Pizzaballa ha presieduto il rito di ordinazione all’interno di una celebrazione eucaristica che ha avuto luogo nella Domus Galilae e alla quale hanno preso parte centinaia di fedeli da tutta la Terra Santa, decine di sacerdoti e diversi vescovi, tra cui mons. Musa Al-Haj, della Chiesa Maronita, nella quale eserciterà il suo ministero il neo-ordinato padre Giovanni Bovi.

Una caratteristica importante del seminario Redemptoris Mater di Galilea, infatti, è che i seminaristi procedono da riti diversi, e di fronte alla pluralità della Chiesa di Terra Santa, il carisma del cammino neocatecumenale è quello di servire tutte le espressioni ecclesiali formando sacerdoti che sappiano donarsi fino in fondo rispondendo nel modo più adeguato alle necessità di tutte le chiese.

Padre Rino Rossi, responsabile del Cammino Neocatecumenale in Terra Santa: «Stiamo prestando questo servizio non solo alla Chiesa Latina, ma anche alle chiese orientali. Cioè, un seminario aperto ai riti. Anche se le vocazioni provengono dal cammino catecumenale, sono tutte per la Chiesa. Chi è il responsabile di questo? Chi porta avanti questo? È il vescovo».

SB. Pierbattista Pizzaballa Patriarca di Gerusalemme dei Latini: «La chiesa di Terrasanta è una chiesa molto colorata. Ci sono tantissimi carismi, tantissime forme di presenza, sia religiosa che consacrata, laica, di movimenti e così via. Abbiamo il Cammino Neocatecumenale, che ha anche un seminario Redemptoris Mater, che porta vocazioni alla vita della diocesi, ma anche alle missioni sparse nel mondo, perché una parte buona è già sparsa nel mondo».

Padre Rino Rossi Responsabile del Cammino Neocatecumenale in Terra Santa: «E sono veramente sotto l’obbedienza del patriarca. Alcuni di loro hanno il mandato in missione, ad esempio nel Golfo. Li ha mandati in Africa. Li ha mandati anche in Europa. È una chiesa, ecco, che ha in sé anche la sollecitudine di tutte le chiese, come l’ha avuta Maria».

Il Cammino Neocatecumenale ha avuto con Giovanni Paolo II l’intuizione di formare presbiteri itineranti disposti ad accompagnare e servire le famiglie in missione nei luoghi più scristianizzati della Terra. Perché ovunque vi è una presenza di Chiesa discreta ed eloquente, che parla al cuore degli uomini attraverso l’esempio di famiglie umili e generose, che testimoniano con semplicità l’azione di Dio nella propria vita.

Massimo e Maria Proietti, Famiglia in missione a Betlemme: «Oggi è un giorno di festa. Grande giorno di festa.Perché? Perché vediamo, assistiamo, all’ordinazione di quattro presbiteri. Questa è una grazia enorme, perché i presbiteri servono alla nuova evangelizzazione per formare comunità cristiane, ecco che – come abbiamo ricevuto – vivono in umiltà, semplicità e lode, e dove possono scoprire che l’altro, il fratello, è Cristo».

Massimo e Maria Proietti Famiglia in missione a Betlemme: «In Palestina come in tutta la Terra Santa come nel mondo, c’è bisogno di testimoniare che Dio esiste. Che Dio è presente nella vita delle persone, che è in grado di salvare la vita delle persone dall’oblio o dalla solitudine, dalla morte. E ricostruire la vita in qualsiasi situazione. La fede è un dono di Dio che ci è dato attraverso il battesimo, e cresce con i sacramenti e nella partecipazione alla vita della Chiesa, che è una vita tutta sacramentale. I neo-presbiteri che provengono da un’esperienza di fede vissuta in piccole comunità, hanno chiaro che non sarebbero arrivati ​​a questa tappa della loro vita cristiana senza l’aiuto dei fratelli che negli anni li hanno sostenuti sia con la preghiera sia materialmente, fratelli che li conoscono da molti anni e con i quali hanno condiviso e condiviso l’esperienza dell’essere, sempre e prima di tutto, dei discepoli del Signore Gesù».

Rebecca Scarponi Sorella della Comunità di P. Giovanni Bovi: «Siamo entrati a far parte della comunità insieme alla catechesi, lo conosciamo quando siamo bambini. È molto importante vederlo qui perché per me si vede come Dio opera nella sua vita e come opera».

Wojciech Jurczyk Fratello di P. Kacper: «Noi siamo 11 figli, i miei genitori hanno lasciato il loro paese, la Polonia, per andare in missione in Kazakistan. Io l’ho visto per molti anni come lui ha avuto questa battaglia tra l’essere prete o non esserlo, se fosse o non la sua via. Ma alla fine oggi vedo Kacper completamente diverso, vedo che la sua scelta è stata fatta e che lui è molto contento. Questo per me è importante».

Giosuè Scarponi Cammino Neocatecumenale di Foligno, amico di P. Giovanni Bovi: «Per me è un segno bellissimo»

Adaluz Khouriyeh Sorella della Comunità di P. Kacper: «Io vengo dalla Galilea, dalla prima comunità di Shefamer, uno dei fratelli della mia comunità oggi diventa prete: sono veramente felice. Vedo tutto il suo percorso, quello che l’ha portato oggi ad essere sacerdote, ricordo com’era e come Dio lo ha fatto crescere insieme a una comunità, non da solo».

Padre Rino Rossi Responsabile del Cammino Neocatecumenale in Terra Santa: «Questa è la grande novità che è il cammino, cioè di unire alla formazione del seminario anche l’appartenenza a una comunità che fa un processo che è fondamentale oggi, un cammino di fede».

Padre Roman Savluck Neo-presbitero del Patriarcato Latino di Gerusalemme: «Sono innanzitutto contento perché ho visto veramente che il Signore è passato qua oggi. Dall’altra parte non sono degno di essere qui, veramente è un’opera del Signore, che ha fatto con la mia famiglia, con la mia storia,attraverso il seminario, per tanti anni. Eh sì, sono contentissimo e incoraggiante tutti nel fare la volontà di Dio, che è la cosa più bella e più importante che uno possa fare».

fonte: Christian Media Center

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