La notte fra sabato 30 e domenica 31 segna l’abbandono dell’ora legale fino alla prossima primavera
La notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre segna il passaggio dall’ora legale all’ora solare. Quando saranno le 3 del mattino, le lancette andranno tirate indietro di un’ora per chi ancora utilizza orologi o sveglie meccaniche. La maggior parte di tablet, telefonini e cronografi digitali sono invece predisposti per effettuare automaticamente l’operazione. Manualmente o meno, quel che conta è che si tornerà indietro di sessanta minuti, dunque alle 2 del mattino. “Si dormirà un’ora in più” si sente ripetere inappropriatamente, sarebbe più opportuno dire che si avrà un’ora di buio in più a disposzione che molti, questo sì, trascorreranno dormendo. Per contro, su una cosa non c’è dubbio: ci sarà un’ora di luce in meno al pomeriggio con il buio anticipato a rendere le giornate ancora più corte. Allo stesso modo avremo un’ora in più di luce la mattina. Come ogni anno, l’ora solare resterà in vigore fino alla prossima primavera, per la precisione fino alla notte tra sabato 26 marzo e domenica 27 marzo quando le lancette andranno tirate avanti, sottraendo un’ora di potenziale sonno. Ad ogni cambiamento di ora, ci possono essere conseguenze reali o percepite sul nostro benessere psicofisico.
Perché si cambia ora?
I passaggi dall’ora solare a quella legale rispondono all’esigenza di avere più luce a disposizione durante il giorno e risparmiare dunque energia elettrica. Un’esigenza che ogni Paese avverte in maniera diversa a seconda della disponibilità di luce. Di fatto, parliamo di convenzioni umane che possono ancora mutare come sono già cambiate nel corso dei secoli. Basti pensare che solo dal 1996 tutti i paesi dell’Unione europea, più la Svizzera e i paesi dell’est Europa, adottano lo stesso calendario per l’ora legale, nonostante le polemiche di alcuni stati membri. Fino all’ottobre 2011 anche la Russia era agganciata a questo sistema di cambio ora, poi è passata a sperimentare l’ora legale permanente, arrivando infine a ripristinare invece l’ora solare quale orario di riferimento per tutto l’anno (ora solare permanente).
L’ipotesi congelata
Da tre anni è in corso un dibattito in seno ai paesi dellìUe – dove esistono tre fusi orari – per abolire l’ora solare e mantenere per tutti i 12 mesi l’ora legale, il contrario di ciò che ha fatto la Russia. La pandemia ha congelato la discussione, complice anche il mancato accordo tra i Paesi, tra i quali c’è chi preferirebbe mantenere l’orario estivo per l’intero anno. Ogni ipotesi di armonizzazione dell’ora e dei fusi orari incontra sempre molte difficoltà, dal momento che a seconda della latitudine e della longitudine gli interessi dei paesi membri sono differenti L’Italia non ha ancora espresso un parere ufficiale.
fonte: ilGiorno
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