Onu, approvato un trattato contro la criminalità informatica

Contrari gli attivisti per i diritti umani che denunciano i pericoli della sorveglianza

Gli Stati membri dell’Onu hanno approvato un trattato contro la criminalità informatica, il primo testo di questo tipo dell’organismo, nonostante l’opposizione degli attivisti per i diritti umani che hanno messo in guardia dai potenziali pericoli della sorveglianza. Dopo tre anni di negoziati e una sessione finale di due settimane a New York, i membri hanno approvato per consenso la Convenzione delle Nazioni Unite sulla criminalità informatica, che sarà ora sottoposta all’Assemblea Generale per l’adozione formale. l comitato di redazione del trattato era stato istituito, nonostante l’opposizione di Stati Uniti ed Europa, a seguito di un’iniziativa della Russia nel 2017.

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Il nuovo trattato entrerà in vigore una volta ratificato da 40 Paesi membri e mira a “prevenire e combattere la criminalità informatica in modo più efficiente ed efficace”, in particolare per quanto riguarda le immagini di abusi sessuali su minori e il riciclaggio di denaro. Ma i suoi detrattori – un’insolita alleanza di attivisti per i diritti umani e grandi aziende tecnologiche – denunciano che il campo di applicazione è troppo ampio, sostenendo che potrebbe equivalere a un trattato di “sorveglianza” globale ed essere usato per la repressione.

Attacco informatico (Pixabay )

Il testo adottato stabilisce che, nelle indagini su qualsiasi reato punibile con un minimo di quattro anni di reclusione secondo la legge nazionale, uno Stato membro può chiedere alle autorità di un altro Paese qualsiasi prova elettronica collegata al reato, nonché richiedere dati a un fornitore di servizi Internet.
fonte: RAI NEWS

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