Convalida del fermo per Alessandro Leon Asoli, il 19enne di Ceretolo di Casalecchio di Reno nel Bolognese che avrebbe avvelenato la mamma e il suo compagno, Loreno Grimandi, servendo loro a cena giovedì scorso un piatto di penne al salmone a cui avrebbe aggiunto una sostanza risultata, da primi accertamenti, essere nitrito di sodio, che avrebbe acquistato su internet. L’uomo è morto mentre la donna è ricoverata in ospedale. È quanto ha deciso il Gip del Tribunale di Bologna, Gianluca Petragnani Gelosi.
di Ida Artiaco
Verrà convalidato a breve il fermo nei confronti di Alessandro Leon Asoli, il 19enne di Ceretolo di Casalecchio di Reno nel Bolognese che avrebbe avvelenato la mamma e il suo compagno, Loreno Grimandi. Mentre per quest’ultimo non c’è stato nulla da fare, ed è morto nei giorni scorsi, la donna si trova ancora ricoverata in gravi condizioni all’ospedale Maggiore del capoluogo emiliano, ma non sarebbe in pericolo di vita.
È quanto ha deciso il Gip del Tribunale di Bologna, Gianluca Petragnani Gelosi. Per il giovane, con problemi psichiatrici, verrà disposta la custodia cautelare in carcere. Attualmente si trova in un reparto di infermeria del carcere, dove può essere sorvegliato.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri della Compagnia di Borgo Panigale, coordinati nelle indagini dal pm Rossella Poggioli, giovedì sera il ragazzo avrebbe avvelenato la madre e il compagno preparando un piatto di penne al salmone a cui avrebbe aggiunto una sostanza risultata, da primi accertamenti, essere nitrito di sodio, che avrebbe acquistato su internet.
Un sacchetto del composto chimico è stato rinvenuto nell’abitazione e, a quanto si apprende, i militari avrebbero scoperto, nella stanza del ragazzo, anche una confezione di tuberi di gloriosa superba, una pianta tossica.
Asoli, difeso dall’avvocato Fulvio Toschi, ha risposto alle domande del Gip. “L’interrogatorio — ha detto il legale — si è svolto in una condizione di grande perturbamento e in un contesto psicologico tutto da valutare, il ragazzo ha ammesso alcune circostanze e ne ha negate altre”.
Sempre l’avvocato si riserverà di chiedere eventualmente anche una perizia psichiatrica per il suo assistito che seguiva già un percorso di cura seguito da uno specialista. Ignoto al momento resta il movente del suo gesto.
Da tutti è stato definito un ragazzo schivo, ma mai violento ed anzi a proprio agio in famiglia, anche col patrigno. Era in cura da uno psichiatra e aveva anche tentato il suicidio. Di certo, il nitrito di sodio l’aveva acquistato online qualche giorno prima. Si tratta di una sostanza non tossica se ingerita in piccole dosi.
fonte: fanpage.it
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