Mutilazioni genitali femminili: una piaga mondiale che colpisce oltre 200 milioni di donne

Una pratica atroce diffusa in diverse parti del mondo, compresi paesi occidentali con comunità di immigrati

di Redazione

In un allarmante scenario che coinvolge oltre 200 milioni di donne in tutto il mondo, le mutilazioni genitali femminili persistono come una forma di violenza sistemica che colpisce soprattutto bambine e adolescenti. Queste pratiche, caratterizzate da dolore, paura, infezioni e danni irreversibili, sono perpetrate in diverse parti del mondo con l’ingiustificato pretesto dell’integrazione sociale e della ‘garanzia’ di un matrimonio futuro.

Diffusione e radici culturali

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le mutilazioni genitali femminili interessano oltre 200 milioni di donne in circa una trentina di Paesi, spaziando dall’Africa subsahariana al Medio Oriente, all’Asia e addirittura a comunità in Europa e Nord America, dove queste pratiche sono diffuse tra le popolazioni immigrate. Nei Paesi del Corno d’Africa, come Somalia, Eritrea e Gibuti, oltre il 90% delle donne è sottoposto a mutilazioni genitali, radicate principalmente nelle tradizioni islamiche e pre-islamiche.

Tradizioni e conseguenze mortali

Le mutilazioni genitali femminili comprendono pratiche come l’infibulazione e l’escissione, eseguite in condizioni igienico-sanitarie spesso disumane e, in alcuni casi, possono portare alla morte immediata per dissanguamento o a complicazioni gravi durante il parto anni dopo. Nonostante in molti Paesi africani tali pratiche siano dichiarate illegali, persistono nell’illegalità, radicate in consuetudini che non consentono la libertà di scelta.

Lotta contro le mutilazioni genitali

Nonostante gli sforzi compiuti, la lotta contro le mutilazioni genitali femminili è ancora lungi dall’essere vinta. Programmi congiunti tra l’Unfpa (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) e l’Unicef mirano all’eliminazione di queste pratiche, coinvolgendo anche gli uomini in oltre 3.000 iniziative negli ultimi cinque anni. Tuttavia, le proiezioni delle Nazioni Unite per il 2023 indicano che più di quattro milioni di bambine e giovani donne sono a rischio di mutilazioni. Questo dato preoccupante, secondo le previsioni dell’ONU, raggiungerà i 4,6 milioni entro il 2030, l’anno in cui l’ONU mira a realizzare gli obiettivi dell’Agenda globale.

 

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