di Vito Califano
Sandro Tognatti è morto agli inizi di marzo, il giorno dopo aver ricevuto il vaccino anti-covid AstraZeneca. Aveva 57 anni, insegnate di musica di Biella, in Piemonte. La sua salma verrà riesumata. La Procura ha accolto la richiesta. A riportare la notizia è il dorso provinciale del quotidiano La Stampa.
L’operazione non sarebbe legata a particolari difficoltà nell’identificare le cause della morte ma soltanto per dare ulteriori elementi a uno degli specialisti chiamati a far parte del team coordinato dal medico legale Roberto Testi, che si è occupato dell’autopsia. “Non essendo mai stato eseguito un controllo di questo genere in Piemonte, il procedimento seguito è stato quello di un esame autoptico standard, mente invece gli altri rilievi specialistici, soprattutto quello istologico, avrebbero richiesto la disponibilità di ulteriore materiale organico”, riassume l’Ansa.it.
Si sono intanto presentati in Procura i vertici dell’Asl di Biella, che nei giorni scorsi hanno ricevuto un avviso di garanzia. Il commissario Diego Poggio, il direttore sanitario Francesco D’Aloia e quello amministrativo Carla Becchi avevano chiesto di essere interrogati, ma il procuratore Teresa Angela Camelio non ha rivolto loro domande.
La tragedia dell’insegnante di musica biellese fu tra quelli a scatenare il caos intorno al vaccino AstraZeneca, a metà marzo sospeso per quattro giorni dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), facendo saltare 200mila somministrazioni, per sospetti casi di trombosi in persone che avevano ricevuto il siero, in alcuni casi anche morte. Il preparato di Oxford venne sospeso in mezza Europa. Le rassicurazioni di marzo dell’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) sono state seguite da ulteriori rassicurazioni ad aprile: i benefici sono maggiori dei rischi, ha dichiarato l’Ema. Simona Riussi, moglie di Tognatti, aveva comunque detto di credere nella vaccinazione anti-covid: “Farò la seconda dose. Ma nello stesso tempo vorrei conoscere la causa della morte di mio marito”.
I numeri, va ribadito, di casi erano particolarmente bassi: il PRAC aveva effettuato un’analisi approfondita di 62 casi di trombosi del seno venoso cerebrale e 24 casi di trombosi venosa dell’addome riportati nel database sulla sicurezza dei farmaci dell’Ue (EudraVigilance) al 22 marzo 2021, 18 dei quali fatali. Casi che, spiega ancora l’Ema, “provenivano principalmente da sistemi di segnalazione spontanea dell’AEA e del Regno Unito, dove circa 25 milioni di persone avevano ricevuto il vaccino”. In Italia il siero è stato in seguito raccomandato solo agli over 60.
Un disastro comunicativo che si sta pagando nella corsa contro il covid: spesso le persone convocate e prenotate agli hub vaccinali rifiutano AstraZeneca, che intanto ha cambiato nome in Vaxzevria. Altra tegola sulla campagna: Johnson&Johnson è stato temporaneamente sospeso in Europa dopo alcuni casi di trombosi (sei su sette milioni di vaccinazioni) riscontrati negli Stati Uniti. Il verdetto di Ema e Aifa è atteso la prossima settimana. J&J si attendeva con grandi aspettative: darebbe un forte impulso alla campagna essendo monodose. È un vaccino a vettore virale come AstraZeneca.
fonte: Il Riformista
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