Il friulano, uno dei migliori italiani di sempre nel salto in alto, era da poco diventato papà. Sei mesi fa aveva raccontato la sua esperienza con la malattia. Lascia la moglie Silvia Stibilj, azzurra del pattinaggio artistico a rotelle
Pensava di aver vinto la sua sfida, di aver valicato l’ennesima asticella di una carriera lunga e brillante. Invece Alessandro Talotti, 40 anni, uno dei migliori saltatori in alto azzurri di sempre — 2 metri e 32 di personale, due Olimpiadi (finalista ad Atene), poi Mondiali, Europei e titoli tricolori — è morto nella notte di sabato 15 maggio a Udine, dopo aver lottato a lungo contro un tumore. «I medici mi chiedevano ogni volta se me la sentivo di affrontare un nuovo ciclo di chemio — aveva raccontato al Corriere lo scorso novembre — io rispondevo di sì.
Se la tua vita è stata superare un’asticella a due metri e venti, il tuo corpo diventa così sensibile da percepire e amplificare anche il minimo fastidio. Il lavoro che il saltatore fa su se stesso è annullare quel dolore, risparmiare le forze e trovare segnali positivi in altre parti del corpo sottraendo energia alla negatività. Non ho mai mollato, ho superato anche gli incubi prima di entrare in sala terapie, uguali a quelli irrazionali che ti vengono di fronte a un’asticella troppo alta e ti paralizzano».
Da poco papà
Talotti, che a fine carriera si era laureato e faceva il fisioterapista, scoprì di aver un tumore allo stomaco lo stesso giorno in cui la compagna Silvia Stibilj, fuoriclasse azzurra del pattinaggio artistico a rotelle, seppe di essere incinta: il piccolo Elio è nato lo scorso autunno, Alessandro e Silvia si sono sposati pochi giorni fa.
fonte: Corriere.it
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