«Ci sono stati centinaia di morti, migliaia di persone sono state cacciate dalle proprie case. Nella nostra provincia abbiamo oltre 200mila rifugiati. Il popolo qui ha pochissimo e il poco che ha lo sta perdendo a causa di questa guerra». È un grido disperato quello di monsignor Luiz Fernando Lisboa, vescovo di Pemba, nella regione mozambicana di Cabo Delgado. Nell’area è in corso un conflitto dimenticato, la cui violenza è aumentata nelle ultime settimane, ha detto il pastore ad Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs). Di recente, nel mirino sono finite le chiese, più volte bersaglio di feroci attentati in cui sono morte decine di persone.
«Non sappiamo chi sia dietro tutto questo ma immaginiamo abbia a che fare con le risorse naturali», afferma il vescovo.
La matrice religiosa, legata all’estremismo islamista, sarebbe dunque solo un pretesto. Anche perché, come ha sottolineato monsignor Lisboa, le autorità musulmane di Cabo Delgado e dell’intera nazione hanno condannato gli attacchi.
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