Meloni a Cernobbio: “Il caso Sangiuliano non indebolirà il governo”

di Annalisa Cretella

AGI – Le dimissioni di Gennaro Sangiuliano da ministro della Cultura sono dovute a “una vicenda privata” nella quale “non ci sono illeciti” e che certo “non indebolirà il governo”. Giorgia Meloni mette in chiaro che, d’altra parte, “è morto il re, viva il re, si è dimesso un ministro, buon lavoro a un nuovo ministro” e apre il suo intervento al Forum economico di Cernobbio facendo chiarezza su quello che era diventato il gossip di fine estate. La premier, intervistata dal direttore del Corriere, Luciano Fontana, non si è sottratta alle numerose domande anche su tema che ha tenuto banco sino a ieri, con la clamorosa svolta. Un tema in primo piano per i media, anche se a un certo punto la platea di imprenditori presenti in sala non nasconde l’insofferenza in proposito e si leva un muro di ‘basta’ alla seconda domanda in proposito.

“Intendo fare il mio lavoro, farlo bene e fino alla fine della legislatura”, dice proseguendo sul filo del ragionamento sull’affaire che ha condotto al cambio della guardia al Collegio Romano, e su quanti, lascia capire, ‘tifavano’ su un inciampo fatale sul cammino di Palazzo Chigi. “Penso anche che gli italiani capiscano un certo doppiopesismo, che si dà più importanza a cose che sarebbero meno rilevanti e meno a cose che sarebbero più rilevanti”, riprende. La presidente del Consiglio si dice allora “molto colpita dalla sproporzione di articoli che sono stati dedicati alla vicenda privata del ministro Sangiuliano rispetto a quelli dedicati a un’inchiesta, che ha portato avanti la Procura di Perugia, che racconta di funzionari dello Stato che per anni hanno fatto centinaia di migliaia di accessi illegali alle banche dati di questa nazione, ragionevolmente – incalza – per ricattare la gente”.

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