Marcello Gemmato (FdI): «Il governo Meloni ha già rimediato a tanti anni di disastri in Puglia»

Il sottosegretario Gemmato (Fdi): a settembre conferenza programmatica in vista delle elezioni regionali. Qui abbiamo avuto il miglior risultato del Sud

di MICHELE DE FEUDIS

BARI – Marcello Gemmato, sottosegretario e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, sono passati quasi venti giorni dalle europee e dai ballottaggi a Bari e Lecce, quale il bilancio per la destra in Puglia?

«FdI ha preso il 27% a livello regionale, la percentuale più alta nel Sud. Dei cinque eletti nella circoscrizione meridionale, ben tre sono pugliesi: Chiara Gemma, Michele Picaro e Francesco Ventola. Abbiamo una classe dirigente di qualità, con consensi rilevanti, da Bari a Roma, e ora a Bruxelles».

A settembre, quando si rimette in moto l’agenda della politica nazionale e pugliese, come vi farete trovare pronti per le nuove sfide, a partire dalle regionali?

«Organizzeremo, tra le altre cose, una conferenza programmatica regionale, per mostrare come l’attenzione del governo nazionale allo sviluppo e alla crescita del territorio pugliese abbia posto rimedio ad anni di malgoverno progressista».

Una conferenza per…?

«Presenteremo proposte e idee. Interverranno esponenti del governo da sempre vicini alla nostra terra, personalità della cultura, dell’accademia, dell’impresa e del lavoro, oltre ai rappresentanti delle varie province. L’esecutivo Meloni, solo per citare tre fronti, su industria, con l’impegno per dare un orizzonte all’Ilva; agricoltura con l’attenzione costante del ministro Francesco Lollobrigida, e cultura con gli interventi del ministro Gennaro Sangiuliano su Castello Svevo e Teatro Petruzzelli, è costantemente in prima linea per mostrare come si possa rendere la Puglia una piattaforma di futuro e occupazione».

Sulla sanità pugliese?

«Massima è l’attenzione del governo: nella conferenza Stato-Regioni è stato approvato un finanziamento di più di 200 milioni per l’edilizia ospedaliera pugliese, per modernizzare i nosocomi e renderli più al passo con i tempi nell’erogazione dei servizi sanitari ai cittadini. Si sa, la governance sanitaria è in capo alla Regione di Michele Emiliano, non brilla, ma noi siamo leali nel collaborare per migliorare la fruizione del diritto alla Salute per i pugliesi».

Nella capitale del barocco pugliese Adriana Poli Bortone ha già varato la sua giunta, che riconosce grande rilievo all’area meloniana.

«La Poli Bortone coniuga modernità e tradizione: donna di esperienza, carisma e cultura, affascina trasversalmente più generazioni. Tra l’altro ha appena nominato vice sindaco il giovane Roberto Giordano Anguilla, primo degli eletti in Fdi».

A Bari, il secondo turno conquistato da Fabio Romito contro Vito Leccese, aveva alimentato molte aspettative. Nella coalizione FdI è primo partito con l’11,3%. Ma non è bastato. Non ha brillato la coalizione?

«FdI ha fatto il suo dovere… Abbiamo ottenuto la percentuale più alta tra i comuni capoluogo pugliesi. Sono mancati altri pezzi dell’alleanza, ma siamo tutti impegnati nel costruire un campo conservatore sempre più largo».

C’è chi muove delle critiche ai vertici del centrodestra regionale per la gestione del caso Bari.

«Ben vengano le critiche costruttive, soprattutto da parte chi ci mette la faccia, anche e soprattutto candidandosi, per cercare insieme a noi di ottenere il miglior risultato possibile».

Rispetto a soli tre anni fa ora la destra governa a Brindisi, Lecce e Barletta, mentre a Taranto l’amministrazione Melucci ha preso le distanze dal Pd e da Emiliano. Come si creano le condizioni per un centrodestra vincente anche alla Regione Puglia?

«Bisogna partire dai contenuti, e per questo organizzeremo un grande evento politico settembrino, e dalle tante lacune della giunta Emiliano: in primis sanità, occupazione, gestione clientelare dei concorsi come evidenziano le cronache giudiziarie. È mancato soprattutto un patto sociale con i pugliesi. Connettendo la Puglia al dinamismo del governo nazionale di Giorgia Meloni, si potranno amplificare le potenzialità ad ora inespresse della Regione».

Lei ha vissuto la stagione nascente della destra di governo nel 1994 da dirigente giovanile del Msi-An. Cosa vorrebbe replicare di quel periodo e cosa invece ritiene unico nell’attuale stagione meloniana?

«Parliamo di un’era politica, quella del centrodestra nascente, ormai nella storia e non più riproducibile. Di quella stagione ritengo sia utile conservare la forte tensione ideale e la disponibilità alla partecipazione politica che si riscopriva e che è stata fondamentale per consolidare la destra di governo. Del presente meloniano ritengo sia una assoluta novità invece la centralità che il presidente del Consiglio ha dato all’Italia nel mondo, come mostrato nel recente G7 pugliese, ed evidenzio l’orizzonte di stabilità nazionale e internazionale che questo governo offre, dopo tanti anni di governi tecnici, non votati dagli italiani o addirittura balneari. Non a caso in Francia il modello Meloni, ovvero della destra alleata con il centro, da alcuni osservatori viene indicato come una alternativa all’instabilità emersa delle recenti elezioni politiche».

 

 

FONTE: GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

 

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