Malattia di Crohn e colite ulcerosa al centro della nuova iniziativa per affinare le competenze degli specialisti gastroenterologi su queste patologie croniche altamente invalidanti e in costante aumento nel nostro Paese
ROMA – Dopo il successo di Bologna a fine 2022, giunge a Roma il nuovo progetto di formazione sulle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali – MICI, la Malattia di Crohn e la colite ulcerosa, spesso note anche con l’acronimo inglese di Inflammatory Bowel Disease – IBD. Punto di riferimento è il Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, centro di eccellenza nel trattamento di queste patologie: quattro discenti ogni volta diversi, provenienti da varie realtà ospedaliere del centro-sud, raggiungeranno la Capitale per cinque incontri, uno al mese da luglio a dicembre. In queste occasioni, i giovani gastroenterologi potranno vivere due giorni di intensa formazione per affinare ulteriormente, attraverso un approccio multidisciplinare, le proprie competenze nei confronti delle MICI, attraverso la condivisione di diverse esperienze.
Responsabili Scientifici sono il Prof. Antonio Gasbarrini, preside della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica e direttore del Centro Malattie Apparato Digerente – CEMAD del Policlinico Gemelli, e il Prof. Franco Scaldaferri, direttore UOS Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, IBD UNIT del Policlinico Gemelli, coadiuvati da un Comitato Scientifico formato da Lucrezia Laterza, Loris Riccardo Lopetuso, Daniela Pugliese. A supportare il progetto l’azienda coreana Celltrion Healthcare, che intende favorire un progetto culturale e tecnico a livello nazionale per migliorare il know-how degli specialisti delle IBD mediante un affinamento delle competenze presso centri di indiscussa qualità.
APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE E CONFRONTO CONTINUO NEL ‘METODO GEMELLI‘
Sono oltre 5mila i pazienti affetti da MICI che afferiscono presso l’unità operativa di Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali del CEMAD del Policlinico A. Gemelli di Roma, di cui circa 2mila in terapia attiva con farmaci biologici e almeno 2-300 pazienti con terapie sperimentali. Numeri significativi che testimoniano come sia stato varato un metodo particolarmente efficace in questa specialità.
“Il Policlinico Gemelli e la facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica sono da sempre impegnati nel training non solo dei giovani medici, degli specializzandi e dei ‘masterizzandi’, ma anche nei programmi di post training, come abbiamo confermato con l’adesione a questo progetto di Academy, da subito supportato con soddisfazione grazie al suo format innovativo ed efficace – sottolinea il Prof. Franco Scaldaferri – In questi due giorni, infatti, si offrirà ai gastroenterologi di tutta Italia una visione a 360° della quotidianità del nostro lavoro. Si svolgeranno visite specialistiche ai pazienti in terapia con farmaci biologici, visite di percorso e di gestione e infine vi saranno importanti momenti di confronto, volti a valorizzare il rapporto non solo del singolo medico ma dell’intero team con il paziente. A tale proposito noi abbiamo due momenti fondamentali: il ‘meeting del martedì’, in cui si raduna un team composto da chirurghi, radiologi e altre figure di aree diverse che si confrontano su aree selezionate; un meeting interno, con diversi medici della stessa unità operativa che discutono casi della gestione quotidiana per garantire una uniformità di trattamenti. Fiore all’occhiello del nostro lavoro è la coordinazione del percorso clinico assistenziale da parte dei “care manager” delle IBD, ovvero di infermieri specializzati che garantiscono l’accesso prioritario e appropriato alle cure, l’ambulatorio congiunto con i reumatologi e con i dermatologi, oltre alla presenza di nutrizionisti e psicologi. Mettiamo in atto un approccio multidisciplinare come richiedono queste patologie, al fine di proporre una medicina moderna e personalizzata”.
LE MICI: PATOLOGIE SUBDOLE, ALTAMENTE INVALIDANTI E IN AUMENTO
La Malattia di Crohn e la colite ulcerosa sono malattie difficili da diagnosticare e solo una diagnosi precoce può permettere un’agevole gestione della patologia. Inoltre, colpiscono spesso in età giovanile, in alcuni casi addirittura in età pediatrica, con conseguenze sull’attività scolastica, lavorativa e sociale del paziente. Un dato recente, che avvalora ulteriormente il progetto di formazione, è che si tratta di patologie sempre più diffuse in Italia, alcune stime ipotizzano persino un raddoppio entro il 2030 degli attuali 250mila pazienti attualmente ritenuti affetti da queste patologie. Un fenomeno che sarà accompagnato da un invecchiamento progressivo della popolazione colpita. Dati preoccupanti che rendono necessario un approccio moderno e specifico.
Fonte: Agenzia DiRE
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