Il racconto di una madre straziata, esasperata, costretta a denunciare il figlio per maltrattamenti, non fisici ma psicologici. Pressioni, richieste di denaro, minacce che durano da cinque anni causate dalla sua dipendenza per il crack.
Il ragazzo era incensurato, aveva iniziato con la cocaina
La signora è di Torino, quartiere San Donato, e come si legge su La Stampa, racconta la sua storia davanti al giudice: “Lavoro in un call center e guadagno 800 euro al mese, 400 li pago per l’affitto. Mio figlio ne spende 60 al giorno solo per il crack. Mi chiama in continuazione chiedendomi denaro. Pensavamo che dopo l’ingresso in comunità il 20 maggio scorso la situazione sarebbe cambiata, ma dopo tre settimane è uscito. E la ricaduta è avvenuta subito e adesso si droga in maniera prepotente”. Il ragazzo ha trent’anni, italiano, incensurato, con un lavoro alle spalle, una fidanzata persi per il crack, e con un sussidio di disoccupazione bruciato in pochi giorni. Aveva iniziato con cocaina nel 2019, a circa 25 anni. Nel 2020 è migliorato. Ha trovato lavoro. Poi, sei mesi fa la rottura, è tonato dalla madre, ha lasciato il lavoro.
La disperazione
La signora disperata (“Io non riesco più ad avere una vita normale. Non sono più serena. Non riesco nemmeno a lavorare. Io e mia mamma non ce la facciamo più”), ha preso la decisione più dolorosa, dopo l’ultimo episodio: “Per 20 euro, è venuto a casa di mia madre. Io non avevo più soldi. Lui urlava che avremo dovuto farceli prestare subito. Ho preso coraggio. Ho fatto il 112 e l’ho fatto arrestare”. Il reato di maltrattamenti è stato subito riconosciuto: con il carcere diventato l’unica soluzione possibile per (cercare) di tenere lontano il figlio dalla droga, per evitare la reiterazione del reato.
Il gip conferma il carcere
In aula di Tribunale ha parlato anche il figlio, che ha ammesso tutto pentendosi: “Ho preso tutto dal conto di mamma. Vorrei chiedere scusa anche a nonna perché ha 80 anni e mi piange il cuore”. L’udienza di convalida, di qualche giorno fa, ha confermato l’arresto. Lo gip, Paola Odilia Meroni, ha accolto richiesta del pm Giuseppe Drammis, ordinando che il ragazzo resti in carcere. L’udienza di convalida, di qualche giorno fa, ha confermato l’arresto. Lo gip, Paola Odilia Meroni, ha accolto richiesta del pm Giuseppe Drammis, ordinando che il ragazzo resti in carcere.
FONTE: IL RIFORMISTA
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