Torna al ristorante in taxi, poi ascoltato dalla polizia
È durato cinque giorni il sequestro di Panfilo Colonico, lo chef sulmonese di 49 anni, liberato alle 21.30 ora locale (4.30 italiane) in Ecuador, dove era stato portato via, dal suo ristorante ‘Il Sabore mio’ a Guayaquil, da un commando di finti poliziotti armati, lo scorso 23 giugno.
Benny, come si fa chiamare dagli amici, è in discrete condizioni di salute e non ha riportato lesioni: barba incolta, canottiera, un po’ dimagrito, volto provato, ma sorridente.
Il rilascio ha fatto tirare un respiro di sollievo agli amici di Sulmona, sua città d’origine, ma anche ai dipendenti del ristorante che lo hanno accolto a braccia aperte e che in questi giorni avevano portato avanti l’attività.
Tuttavia la liberazione di Colonico non scioglie i dubbi sul sequestro, sul movente dello stesso e su diverse circostanze ancora da chiarire, al vaglio della polizia ecuadoriana che sta indagando sul caso. Dalle prime informazioni risulta che Colonico sarebbe stato rilasciato nei pressi del ristorante: dal casello autostradale sarebbe arrivato in taxi, con grande sorpresa da parte del personale del locale. Poi il lungo interrogatorio della polizia. Nelle ultime ore cominciano ad emergere i particolari del sequestro.
Colonico è stato rinchiuso in tre locali diversi. Non gli è mai mancato il cibo ma ha dovuto pagare per evitare che gli facessero del male. “Mi volevano tagliare un dito e un orecchio. Per questo ho versato soldi e soldi” racconta lo chef che ringrazia la polizia e gli amici per il supporto, ma chiarisce di non avere alcun debito. “Ho letto stupidaggini e chi le dice farebbe bene a stare in silenzio perchè non è corretto. L’Ecuador sta male per l’economia”.
Nei giorni scorsi, temendo per la propria incolumità, Colonico aveva assunto due guardie giurate, una delle quali è stata sorpresa a rubare ieri due televisori e 350 dollari che erano all’interno del ristorante. Il giorno del blitz erano stati portati via il pc e il telefono di proprietà del suo commercialista. Da circa due mesi, si è appreso, il ristoratore non riusciva ad onorare gli impegni con i dipendenti. La svolta alle indagini è arrivata ieri con l’arresto di due dei cinque rapitori che avevano fatto irruzione nel ristorante: probabilmente il resto della banda, temendo l’individuazione e un possibile arresto, ha deciso di liberare l’uomo. “Continuerò il mio progetto – ha chiosato lo chef – con sacrificio e amore”.
Fonte: ANSA
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