Il coordinatore di Leukemia 2021: “Solo pochi anni fa per le leucemie non avevamo nulla”
“Per la leucemia mieloide acuta e per la leucemia linfoblastica acuta Ph+ ad alto rischio fino a qualche anno fa non avevamo a disposizione quasi nulla. Oggi, invece, possiamo parlare di progressi spaventosi che hanno cambiato la storia di queste malattie, come per altri tumori del sangue”. Con queste le parole Angelo Michele Carella, già direttore Ematologia e Trapianti di midollo dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova, ha aperto il suo intervento alla presentazione del 10° convegno scientifico Leukemia 2021, dal titolo ‘La sfida ai tumori complessi del sangue: dalle terapie senza chemio fino all’immunoterapia con Car-T. Gli studi del presente e le speranze del futuro’, che si è tenuta oggi in modalità virtuale, anticipando i temi di Leukemia 2021, il meeting biennale dedicato alle leucemie e non solo, i cui lavori quest’anno si svolgeranno il 26 e il 27 aprile online, e durante i quali si parlerà delle più importanti novità scientifiche degli ultimi anni.
Ovvero trattamenti chemio-free, terapie mirate, farmaci orali e combinazioni di farmaci sempre più efficaci, meglio tollerati e che assicurano maggiore sopravvivenza. La prima giornata di Leukemia 2021 sarà dedicata alla leucemia mieloide acuta, alle sindromi mielodisplastiche, ai tumori mieloproliferativi e alla leucemia mieloide cronica. Nella seconda giornata si parlerà di leucemia linfoblastica acuta e leucemia linfocitica cronica.
“Parleremo degli avanzamenti raggiunti – afferma Carella, che è anche il coordinatore del meeting – per due malattie per le quali prima non avevamo a disposizione quasi nulla: la leucemia mieloide acuta, con l’arrivo di farmaci mirati alle mutazioni maligne della patologia, da utilizzare in prima linea o in preparazione al trapianto; e la leucemia linfoblastica acuta Ph+ ad alto rischio, con due farmaci non chemioterapici che portano a remissione completa e profonda. Ci soffermeremo sulle combinazioni di farmaci orali senza chemioterapia che producono una migliorata sopravvivenza in pazienti più fragili e terapie di mantenimento in pazienti in remissione. Novità, queste, rilevanti specie per i pazienti più anziani, che non possono essere trattati in modo aggressivo”.
In occasione del convegno sull’ematologia, ampio spazio sarà dedicato all’immunoterapia avanzata: in particolare, verrà discusso l’utilizzo degli anticorpi bispecifici nei linfomi. “Gli anticorpi bispecifici – spiega Carella – sono molecole che si legano a due diversi bersagli contemporaneamente: uno è l’antigene del tumore, l’altro è la cellula T del sistema immunitario”, cellule “che vengono svegliate per aggredire e uccidere le cellule maligne. Il farmaco su cui si concentra il maggior interesse è mosunetuzumab, un anticorpo monoclonale che permette di reclutare le cellule T indirizzando la loro efficacia citotossica contro le cellule B del linfoma. Il risultato è quello di contrastare in maniera efficace i linfomi B non Hodgkin più aggressivi che siano pluriricaduti o refrattari alle terapie convenzionali. Questo farmaco, inoltre, ha il vantaggio di essere già pronto per ogni singolo paziente, a differenza delle Car-T che vengono preparate di volta in volta per ciascun paziente”.
E proprio le novità sulle Car-T saranno oggetto di dibattito in occasione di Leukemia 2021. “Questa procedura che sta rivoluzionando la cura dei tumori del sangue – sottolinea l’ematologo – consiste nel prelevare i linfociti del paziente, armarli in laboratorio in modo che possano colpire un bersaglio presente sulle cellule linfomatose e mielomatose e reinfonderle nei pazienti, con la speranza che individuino e neutralizzino le cellule tumorali. Questo approccio terapeutico è in grado di determinare remissioni durature e finanche la guarigione in adulti e bambini con leucemia linfoblastica acuta e linfomi non Hodgkin aggressivi. Attualmente mantiene una remissione stabile il 35% dei pazienti con linfoma non Hodgkin e il 50% dei pazienti con leucemie acute linfoblastiche”.
“Diversi gruppi stanno valutando l’efficacia delle Car-T nel mieloma multiplo – ricorda Carella – Risultati interessanti sono stati ottenuti con due studi clinici: Cartitude e KarMma, rivolti contro l’antigene di maturazione dei linfociti B (Bcma) espresso dalle plasmacellule. Nel primo studio Cartitude, 29 pazienti ricaduti e refrattari a numerose linee di terapia hanno ricevuto questa procedura. La remissione è stata ottenuta nel 76% dei pazienti. Nel secondo studio KarMma, sono stati trattati 128 pazienti. La remissione globale è stata del 73%, di cui il 33% ha ottenuto la remissione completa. Altri studi sono in corso, ma non vi è dubbio che queste nuove terapie potranno determinare un cambiamento sostanziale nel mieloma multiplo”.
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