Una nuova ricerca rileva differenze sorprendenti nelle diete e nei microbiomi intestinali degli uccelli canterini che vivono nelle aree contaminate
AGI – Una nuova ricerca rileva differenze sorprendenti nelle diete e nei microbiomi intestinali degli uccelli canterini che vivono nelle aree contaminate dalle radiazioni della zona di esclusione di Chornobyl, in Ucraina. Questo studio che verrà presentato alla conferenza annuale della Society for Experimental Biology che si sta tenendo a Praga (fino al 5 luglio) è anche il primo a esaminare il comportamento riproduttivo e la prima infanzia degli uccelli che crescono in habitat contaminati dalle radiazioni.
La zona di esclusione di Chernobyl (in ucraino), nota anche come zona di esclusione di Chernobyl (in russo), è un’area di circa 2.600 chilometri quadri di terreno radiologicamente contaminato che circonda la centrale nucleare di Chernobyl. I livelli di contaminazione sono irregolari in tutta la zona.
Per esaminare gli effetti della contaminazione radiologica sullo sviluppo degli uccelli, il Piirto e il suo team hanno studiato i comportamenti riproduttivi e le fisiologie di due comuni specie di uccelli canterini europei, la cinciallegra ( Parus major ) e la balia nera ( Ficedula hypoleuca ). Queste sono state selezionate per le loro ecologie ben studiate.
Le cassette nido sono state posizionate in più aree che appartenevano a due categorie all’interno della zona di esclusione di Chornobyl: aree ad alta contaminazione radiologica e aree a bassa contaminazione. I nidiacei e gli uccelli adulti che hanno utilizzato le cassette nido sono stati quindi monitorati, con il DNA da campioni fecali utilizzato per studiare la dieta degli uccelli e caratterizzare le loro comunità microbiche intestinali.
Piirto ha scoperto che, mentre il tasso di occupazione del nido era più basso nelle aree contaminate, non c’erano altre differenze importanti nell’ecologia riproduttiva o nella salute dei nidiacei tra i due livelli di contaminazione da radiazioni per entrambe le specie. Sorprendentemente, si è scoperto che i nidiacei di entrambe le specie avevano effettivamente una maggiore diversità di insetti nella loro dieta nelle aree contaminate. Mentre i livelli di radiazioni ambientali non erano associati alla diversità batterica del microbioma intestinale, il livello di radiazioni era associato alla composizione relativa del microbioma.
“Questi risultati creano un interessante background per comprendere l’ecologia aviaria nelle aree contaminate radiologicamente – afferma Piirto -. Ci forniscono preziose nuove informazioni sugli effetti che le radiazioni hanno sugli uccelli giovani, un’area di ricerca che fino ad ora non era chiara”. Questa ricerca può aiutare a fornire approfondimenti sugli effetti a lungo termine degli incidenti nucleari sulla salute della fauna selvatica. “La contaminazione radiologica crea un ulteriore fattore di stress a cui gli organismi devono far fronte, portando a una miriade di conseguenze che non sono ancora del tutto comprese. Studiare i suoi effetti è fondamentale se l’umanità vuole perseguire un futuro ancora più nucleare”, conclude Piirto.
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