I Jalisse della politica, Renzi e Calenda, tornano timidamente allo scoperto. Erano settimane che lavoravano all’oscuro o che perlomeno non se ne sentiva parlare eccessivamente, fino a questi giorni, nei quali le piccole liti post divorzio e “separazione dei beni” tornano a far notizia su ogni giornale.
Ieri invece, in tarda serata, i due leader si sono ridetti «ciao» dopo settimane. La firma di un patto, un vero e proprio «cessate il fuoco» per questioni d’interesse reciproco e non rischiare di sparire, è servita per la costruzione di una lista che includa tutti i riformisti alle elezioni nel 2024.
La lite è vera, oppure una telenovela? Cosa appare ora agli occhi della gente? Se da un lato, i due, erano “amici”, per costruire il Terzo polo (nato e morto in pochi mesi), ora gli amici hanno passato le settimane a “rubarsi le biciclette”, in particolare l’ex premier, che soddisfatto, ha messo in atto i suoi piccoli giochetti, per far le scarpe a Carlo Calenda. Un bel giochetto di prestigio, dall’inizio alla fine… Per raggiungere il numero minimo di 6 senatori (necessario per formare un gruppo autonomo), Renzi ha convinto Enrico Borghi a lasciare il Pd e poi nella seconda fase, avendo annusato vari mal di pancia tra i calendiani, ha iniziato a diffondere voci che Mara Carfagna e Mariastella Gelmini trattavano un ritorno in Forza Italia (ipotesi poi smentita), per poi dare il colpo finale, nel quale, l’operazione strategica ha previsto l’annuncio di una folta campagna acquisti: la deputata di Azione Naike Gruppioni e della consigliera regionale, segretaria del partito in Emilia-Romagna Giulia Pigoni, due fedelissime del partito.
Manovre, giochetti, scherzi, un vero e proprio gioco di guardie e ladri, che sicuramente non toglie Matteo Renzi dalla scena politica, che dovrà riprendere le redini di un partito che al momento non ha un aumento di consensi, ma che al momento, se nelle stanze di palazzo a Roma, vince contro gli ex fratelli calendiani, nelle sezioni regionali e cittadine, vive con non pochi problemi, creando disorientamenti tra i tesserati e fedelissimi, che cercano di capire il da farsi per il futuro.
Savio Rociola
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