Il delitto e il macabro gesto compiuto a Pannarano, nel Beneventano. Il 59enne dopo aver lanciato dal balcone la testa della vittima l’ha depositata su un muretto in attesa dei carabinieri
di Gabriella Bianchi
AGI – Aveva problemi di alcol ed era stato già protagonista di episodi di violenza nei confronti di altre persone. Benito Miarelli, 59 anni, era seguito anche dai servizi sociali del comune di Pannarano, ma nessuno immaginava che in una sera d’estate, al culmine dell’ennesimo litigio con il fratello Annibale, di 65 anni, potesse decapitarlo e gettare la testa dal balcone della casa in cui vivevano.
Entrambi soli
Benito per una scelta, Annibale perché anni fa aveva perso il figlio e di recente anche la moglie. Viveva a Roma fino a qualche anno fa, poi, rimasto solo aveva deciso di tornare nel piccolo comune sannita per badare anche al fratello più giovane. Aveva lavorato una vita come operaio in una fabbrica di infissi a Roma. Tornato nel Sannio pensava di trascorrere in serenità gli anni della pensione.
I problemi con l’alcol
E invece il fratello Benito era il suo cruccio. Voleva che smettesse con ‘alcol. In paese aveva dato problemi. Il gestore del bar vicino casa più volte gli aveva negato da bere. “Quando alzava il gomito non si controllava. Era solo, e forse qualcuno ha sottovalutato il problema”. Il riferimento è ai servizi sociali, alle istituzioni. Il sindaco, eletto una ventina di giorni fa non nasconde le difficoltà. “Proprio ieri avevamo discusso con il presidente dell’Ambito sociale – spiega Antonio Iavarone – il caso era noto e se ne sono occupati. Ma quanto accaduto è stato così eclatante che nessuno poteva immaginare. Siamo tutti sconvolti”.
I litigi frequenti
Una vicina di casa racconta dei litigi frequenti. “Li sentivamo spesso – racconta – a volte Benito urlava cose senza senso, perché aveva bevuto. Ce l’aveva con i fascisti”. La piccola comunità è sotto shock. Qualcuno che abita in via Piano, vicino alla palazzina di tre piani, dove i fratelli Miarelli vivevano, ha assistito a tutta la terribile sequenza: la lite furibonda, le urla, i due che escono sul balconcino, poi il silenzio e Benito che lancia la testa di Annibale, facendola rotolare sui gradini davanti al portoncino. Scende al pian terreno, la raccoglie e la deposita su un muretto in attesa dei carabinieri, che arriveranno poco dopo la sua telefonata. Una scena raccapricciante che i testimoni hanno descritto nel dettaglio. Il corpo dell’uomo è stato trasferito all’obitorio dell’ospedale di Benevento. Benito Miarelli è in carcere con l’accusa di omicidio volontario. È in stato di fermo, in attesa dell’interrogatorio di convalida. Sentito già dal Pm, ha ammesso le sue responsabilità.
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