«La Disfida di Barletta? No, grazie!» – Gli artisti Barlettani rifiutano: “Proposta tardiva e umiliante, lavorare gratis non è etico”

foto Puglia Reporter

L’associazione “Settore Cultura e Spettacolo Barletta” declina l’invito dell’amministrazione comunale a partecipare alla celebre rievocazione storica, denunciando tempi stretti, risorse inadeguate e un disinteresse per il valore professionale degli operatori culturali locali.

di Redazione

BARLETTA (EN24) – In una comunicazione ufficiale, l’associazione “Settore Cultura e Spettacolo Barletta” ha annunciato la propria decisione di non partecipare all’edizione 2024 della Disfida di Barletta, sollevando una serie di critiche nei confronti dell’organizzazione e delle risorse messe a disposizione. La nota è stata inviata a numerosi esponenti istituzionali, tra cui Paolo Ponzio e Sante Levante del Teatro Pubblico Pugliese, Francesco Gorgoglione, Direttore artistico della Disfida di Barletta 2024, e al sindaco di Barletta, Cosimo Cannito.

L’associazione ha esordito ringraziando per l’invito, pur precisando che il coinvolgimento è stato percepito come tardivo e insufficiente. Ha sottolineato che la sua missione principale è la tutela delle prassi lavorative dei suoi associati, non la produzione diretta di eventi. Di conseguenza, l’associazione ha comunicato ai propri membri l’opportunità offerta dall’amministrazione, lasciando ai singoli la libertà di decidere se aderire o meno, ma ha comunque scelto di declinare ufficialmente l’invito.

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Tra le principali criticità segnalate vi è il fattore tempo. L’approssimarsi dell’evento, infatti, non consente agli operatori culturali di strutturare proposte originali e coerenti con la loro professionalità. Secondo l’associazione, una programmazione adeguata avrebbe potuto portare alla creazione di progetti inediti e di alto livello, in linea con quelli già realizzati dai loro affiliati in collaborazione con altri enti nazionali e internazionali.

Un altro punto dolente è rappresentato dal budget proposto di 15.000 euro, giudicato non solo esiguo ma addirittura umiliante. La cifra, considerata insufficiente per coprire i costi di qualsiasi attività rilevante, viene vista come un segno di scarsa comprensione delle spese reali che comporta la realizzazione di eventi culturali. “Offrirlo come opportunità di ‘lavoro‘ – si legge nella nota – è sintomo di una scarsa conoscenza dei costi del lavoro nel mondo creativo, artistico e culturale“. L’associazione ha ribadito il proprio impegno a garantire che i diritti dei lavoratori del settore vengano rispettati, rifiutando proposte che non valorizzano adeguatamente la professionalità dei propri membri.

L’assenza di un bando o di una manifestazione di interesse è stata un’altra questione criticata. L’associazione ha evidenziato come, durante la prima amministrazione Cannito, fosse stato lanciato un bando per la direzione artistica a cui avevano partecipato anche i loro associati. L’assenza di un simile processo quest’anno è stata vista come un impedimento all’accesso democratico alle risorse disponibili, sia per i membri dell’associazione sia per altri operatori culturali.

L’associazione ha infine espresso rammarico per il mancato riconoscimento del loro potenziale contributo artistico-professionale, ritenendo di essere stati relegati a operatori “locali” con una connotazione negativa e a basso costo. Ha inoltre criticato le modalità di convocazione, avvenuta tramite canali non ufficiali, e ha richiesto un maggiore coinvolgimento nella fase di progettazione, che avrebbe potuto consentire una visione più originale e multidisciplinare dell’evento, in linea con i festival europei.

In chiusura, l’associazione ha avanzato una serie di richieste per un futuro più collaborativo e produttivo, tra cui: l’applicazione del “Regolamento per l’erogazione di contributi alla cultura” per qualsiasi attività richiesta dall’amministrazione; il ripristino dei bandi o delle manifestazioni d’interesse; una pianificazione che preveda almeno sei mesi di preparazione per ogni evento; budget congrui che riflettano il valore del contributo artistico e culturale offerto; e l’apertura di un tavolo di programmazione permanente per la Disfida e altri eventi culturali. Queste misure, secondo l’associazione, sono necessarie per garantire un evento più strutturato, inclusivo e attrattivo, che consenta a tutti di lavorare in modo dignitoso e valorizzi adeguatamente le risorse culturali del territorio.

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