Un vuoto che non è stato ancora colmato, un piccolo passo, sicuramente meglio di nulla, ma probabilmente il bicchiere bisognerà vederlo mezzo vuoto e non mezzo pieno.
La Camera dei Deputati ha finalmente votato la legge per il voto fuorisede! (Bisogna ricordare che, la legge deve essere ancora approvata in seconda lettura dal Senato) Bisognerebbe dire “Evviva! Traguardo raggiunto” e invece… i problemi sembrano essere due. Nella legge c’è scritto che sarà il governo a decidere come concretamente si farà il voto fuorisede e non c’è un limite di tempo preciso se non quello che il governo avrà 18 mesi di tempo, da quando la legge viene pubblicata in Gazzetta Ufficiale, per scrivere il decreto legislativo che tratterà il tema del voto fuorisede. A quel punto il Decreto dovrà tornare in Parlamento per i pareri non vincolanti delle Commissioni competenti di Camera e Senato e poi il Governo sarà libero di decidere se recepire le eventuali proposte di modifica avanzate dal Parlamento prima dell’entrata in vigore definitiva del decreto legislativo che permetterà di avviare la sperimentazione del voto fuorisede già per le elezioni europee e i referendum (si auspica). Perchè è sorto questo problema? Nell’ultima campagna elettorale quasi tutte le forze politiche hanno denunciato il problema dei 5 milioni di persone fuori sede che hanno avuto difficoltà a votare. L’Italia è l’unico Paese in Europa, (oltre Malta e Cipro) che non permette il voto ai fuorisede. La Nostra Costituzione ci viene in soccorso, rinfrescandoci la memoria e dicendo che “Il diritto di voto non può essere limitato”.
A quanto pare quindi, si può ben dire che il vuoto non è stato colmato, ci si è solo leggermente spostati dal punto di partenza, ma l’arrivo ancora è difficile vederlo all’orizzonte, si tratta di un piccolissimo passo, ma a quanto pare si potrebbe dire “meglio di nulla”. Ora la palla passa nelle mani del Senato, dove la legge si auspica che abbia un iter veloce, con l’obiettivo di far arrivare la palla al governo quanto prima.
Savio Rociola
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