Il premier: “L’obiettivo dell’operazione è garantire la nostra esistenza”
Il fine “supremo” dell’operazione di Israele è quello “dell’eliminazione completa del nemico” – Hamas – e di “garantire la nostra esistenza come stato”. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu conferma che “i nostri soldati sono dentro Gaza” nella nuova fase dell’operazione militare scattata dopo l’attacco del 7 ottobre sferrato da Hamas. Dopo i raid delle ultime 24 ore, mai così massicci, tank e soldati israeliani sono entrati nella Striscia di Gaza per una nuova fase del conflitto. “Se Israele non vince questa guerra si diffonderà il male. Per questo la nostra sarà la vittoria del bene sul male“, dice Netanyahu arlando alla nazione e ricordando che Israele ha “il sostegno di tutta la comunità internazionale”. Il primo ministro cita espressamente i leader di Gran Bretagna, Francia e Italia che sono stati in visita a Tel Aviv per sostenere Israele.
Netanyahu promette un’indagine completa sull’attacco del 7 ottobre rispondendo ad una domanda su sue eventuali responsabilità ma sottolinea che la guerra contro Hamas è la questione urgente: “Abbiamo due obiettivi, quello supremo è eliminare completamente le capacità operative e governative di Hamas e il secondo è quello di riportare indietro gli ostaggi”.
Netanyahu denuncia coloro che “osano accusare i nostri soldati di crimini di guerra” definendoli ipocriti e bugiardi. “L’esercito israeliano è l’esercito più morale del mondo”, afferma parlando con i giornalisti. “Israele non sta combattendo solo la nostra guerra”, dice, “ma una guerra per tutta l’umanità”. “I nostri alleati nel mondo occidentale, e i nostri partner nel mondo arabo, sanno che se non vinciamo, loro saranno i prossimi nella campagna di omicidi dall’asse del male”.
“Questa non sarà una guerra breve, sarà una guerra lunga”, dice il ministro della Difesa Yoav Gallant intervenendo a fianco del premier. “Riusciremo a raggiungere tutti i nostri obiettivi”, aggiunge manifestando “assoluta fiducia” negli ufficiali responsabili dell’operazione e ribadendo “l’impegno a non coinvolgere i civili negli scontri frontali”. Le Forze di Difesa israeliane, interviene Netanyahu, hanno “chiesto ai residenti a Gaza di andare via” ma Hamas commette crimini contro l’umanità “usando la sua gente come scudi umani”.
“Riportarli a casa è uno sforzo molto complesso”, dice Gallant rispondendo ad una domanda sugli ostaggi. “Stiamo facendo ogni sforzo per riportare gli ostaggi nel nostro paese. Siamo pronti a fare tutto il necessario per riportarli indietro. Non si tratta di una missione secondaria: è della massima importanza per noi. Maggiore è la pressione militare, maggiore è la possibilità di raggiungere questo obiettivo”.
L’incontro con le famiglie degli ostaggi
Prima del discorso alla nazione, Netanyahu ha incontrato i familiari degli oltre 200 ostaggi sequestrati 3 settimane fa da Hamas. I rappresentanti delle famiglie, dopo il colloquio con il premier, hanno chiesto la liberazione di tutti i prigionieri palestinesi in Israele in cambio del rilascio dei loro cari. “Riportate tutti indietro ora”, ha dichiarato Meirav Leshem-Gonen, la cui figlia 23enne Romi è stata rapita il 7 ottobre, nel corso di un incontro con la stampa a Tel Aviv.
Leshem-Gonen ha riferito di aver implorato Netanyahu di non lanciare operazioni militari che potrebbero mettere in pericolo i loro cari, affermando che ci sarebbe invece un ampio consenso nazionale rispetto ad un accordo di scambio di “tutti in cambio di tutti”.
Fonte: Adnkronos
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