Israele approva l’Intesa sugli ostaggi con Hamas: Netanyahu dichiara “Difficile ma giusto”

Previsto il rilascio di 50 civili in 4 giorni di tregua, ma il totale potrebbe arrivare a 80. Divisioni e critiche nella politica israeliana.

di Redazione

Nella notte scorsa, il governo di Benjamin Netanyahu ha ufficialmente approvato il primo accordo sugli ostaggi nell’ambito della guerra tra Israele e Hamas a Gaza. L’accordo prevede la liberazione di almeno 50 civili durante un periodo di 4 giorni di tregua militare, con un rilascio suddiviso in più fasi, estendendo così il cessate il fuoco al fine di garantire la liberazione di tutti i prigionieri coinvolti. Hamas ha confermato l’accordo, che prevede uno scambio di prigionieri con una proporzione di 1 israeliano per 3 palestinesi. L’intesa è stata formalizzata anche dal Qatar.

Dettagli dell’accordo: L’intesa, mediata dal Qatar insieme all’Egitto e agli Stati Uniti, prevede la liberazione di circa 12-13 ostaggi al giorno, israeliani o con doppia nazionalità. Si stima che il totale possa raggiungere le 80 persone su oltre 240 detenuti tenuti da Hamas, con la possibilità di includere anche gli stranieri catturati il 7 ottobre. Inoltre, la Jihad Islamica ha annunciato la morte di Hanna Katzir, uno degli ostaggi.

Opposizione e controversie: Organizzazioni rappresentanti i familiari delle vittime si oppongono al rilascio di coloro che sono stati coinvolti in attentati. Gruppi oltranzisti stanno pianificando di presentare petizioni alla Corte Suprema per contestare la lista dei prigionieri. Nel frattempo, la coalizione di estrema destra si è divisa sull’accordo, con alcune figure chiave che minacciano le dimissioni.

Conseguenze e scenario futuro: Con lo stop temporaneo delle incursioni a sud, gli analisti avvertono che l’esercito potrebbe concentrarsi sul fronte nord. Attacchi recenti da parte di Hezbollah in Libano pongono nuove sfide e limiti, delineando linee rosse come omicidi mirati e l’uccisione di civili.

L’accordo include anche richieste relative ai droni di sorveglianza e all’aumento dell’approvvigionamento di carburante e aiuti per la durata del patto. Tuttavia, gli sfollati palestinesi sotto Gaza City non potranno tornare alle loro case.

Benjamin Netanyahu ha dichiarato: “Accordo difficile ma giusto. Non ci fermeremo fino a quando torneranno tutti e fino alla eliminazione di Hamas.”

Resta da vedere come questa decisione influenzerà il delicato equilibrio politico in Israele e nelle regioni circostanti, mentre la comunità internazionale osserva attentamente gli sviluppi.

 

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