Si torna ai vecchi tempi… è un tornare indietro o un voler migliorare l’efficienza del paese e più specificatamente dei vari territori?
Torna l’elezione diretta dei presidenti di provincia e dei consiglieri provinciali, con il ritorno delle giunte.
Come mai questo ritorno “all’antico”? A mandare in soffitta la discussa legge Delrio (numero 56/2014), che ha avuto come obiettivo quello di trasformare le provincie in enti marginali, senza risorse, valore e competenze, è il disegno di legge che è stato consegnato alla commissione affari costituzionali del Senato della Repubblica. Un ddl, di sedici articoli e quattordici pagine, per far resuscitare le Province.
Un decreto di legge “della destra”, dove i contrari sono Pd, 5 Stelle e Italia viva, mentre in Azione troviamo l’ex ministra Carfagna esempio favorevole mentre Gelmini assai meno. Sembra quindi che bisogna prepararsi a dire addio alla riforma Delrio, che stava per compiere il suo decimo anniversario, dopo aver depotenziato le Province trasformandole in enti intermedi, diminuendo le deleghe e sostituendo l’elezione diretta, con una di secondo grado, dove i consiglieri comunali di tutti i comuni della provincia eleggono presidente e consiglio provinciale.
Si torna al passato, sia nel metodo che nei percorsi elettorali; nel 2024, quindi, i cittadini potrebbero tornare a votare per eleggere presidenti e consiglieri provinciali. Per indossare la fascia di presidente, bisognerà ottenere almeno il 40% dei voti validi e se nessun candidato raggiungerà questa soglia, si terrà il ballottaggio tra i due più votati, poi spetterà al presidente di provincia, eletto a suffragio universale, nominare le giunte che dovranno avere un numero massimo di assessori pari a 4 nelle province fino a 500 mila abitanti, 6 nelle province da 600.001 a un milione di abitanti o 8 nelle province con più di un milione di abitanti. La città metropolitana di Bari, per esempio, avrà – con oltre un milione di abitanti – ben trenta consiglieri provinciali, venti le province con meno di 500mila e 24 quelle dai 500.001 al milione di abitanti.
Si amplieranno a quel punto anche le competenze di questi enti che si occuperanno di pianificazione del territorio, organizzazione dei servizi pubblici, digitalizzazione, sviluppo economico, programmazione scolastica e altri, tutto sommato un vero e proprio concentrato di competenze nuove e vecchie per mettere questi enti al centro della governance di ogni territorio.
Movimento per occupare più poltrone e banco di prova dei partiti per dimostrare sempre più una supremazia, oppure un vero banco di prova per molti politici che dovranno portare il loro contributo in ogni vasto territorio provinciale per andare in aiuto dei sindaci e della regione? Non ci resta che attendere e vedere cosa ci aspetta e quando saremo chiamati per ritornare a votare queste cariche consapevolmente.
Savio Rociola
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