Francesco termina l’udienza generale invitando ad affidare a San Giuseppe la martoriata Ucraina e la Terra Santa e chiede impegno perché ci siano trattative di pace
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Rinnova la richiesta di preghiere per l’Ucraina e la Terra Santa, Francesco, al termine dell’udienza generale, e lancia un appello perché terminino i combattimenti. Prende la parola per i saluti in lingua italiana, dopo avere chiesto al padre rosminiano Pierluigi Giroli della Segreteria di Stato di leggere la catechesi, e ricordando la ricorrenza, ieri, della solennità di San Giuseppe, invita ad “affidare al suo patrocinio la Chiesa e il mondo intero”, con un particolare pensiero per quanti stanno vivendo giorni drammatici a causa della guerra.
A San Giuseppe raccomandiamo anche le popolazioni dell’Ucraina e della Terra Santa, che tanto soffrono l’orrore della guerra. E non dimentichiamo mai: la guerra sempre è una sconfitta.
Il Papa esorta, ancora una volta, a trovare soluzioni, a porre fine ai conflitti, perché “non si può andare avanti in guerra”.
Dobbiamo fare tutti gli sforzi per trattare, per negoziare, per finire la guerra. Preghiamo per questo.
“Nessuno è padrone della vita”
In precedenza, nel saluto ai pellegrini polacchi, che il 24 marzo celebrano la Giornata Nazionale della Vita, padre Giroli ha riferito del sogno di Francesco, “espresso qualche anno fa scrivendo sull’Europa, che la Polonia sia una terra che tuteli la vita in ogni suo istante, da quando sorge nel grembo materno fino alla sua fine naturale”. “Nessuno è padrone della vita – sottolinea Francesco – né propria né di quella degli altri”.
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