Il Lussemburgo, il Paese dove si guadagna di più, cerca lavoratori (stipendio medio 6 mila euro)

Il salario medio nel Granducato è di 73.418 euro l’anno, più del doppio rispetto all’Italia. E’ il Paese del mondo con la qualità della vita più alta in assoluto. L’attrazione di forza lavoro qualificata di finanza e colossi tech

Chiamiamola l’onda lunga del processo di integrazione europeo che ha stabilito vinti e vincitori. Non nascondiamo nemmeno che negli anni però si sia convertito in un Paese, per così dire, a fiscalità agevolata. In cui i grandi colossi tech, in testa Amazon, ma anche holding finanziarie e bancarie (ha sede qui anche la capogruppo dell’alimentare Ferrero) hanno trasferito in Lussemburgo la loro sede anche perché attratti da tasse inferiori rispetto ad altri Paesi europei. Quel che però è vero è che, proprio per questo, una porzione minima di territorio incastonata tra Francia e Germania, appendice dei Paesi del Benelux che comprendono anche Belgio ed Olanda, è tra le più ricche del mondo e dunque attrae talenti per i suoi alti stipendi. Vediamo perché potrebbe essere una buona scelta trasferirsi a lavorare là.

Lo stipendio medio

Il salario medio nel Granducato è di 73.418 euro l’anno, più del doppio rispetto all’Italia (dove si raggiungono appena i 30.284 euro lordi). In media, considerando 12 mensilità l’anno, significa 6.118 euro al mese, mentre il salario minimo è di 2.570,93 euro per un lavoratore non qualificato, minimo stabilito per legge, condizione e legge che invece in Italia è assente con infinite polemiche politiche per chi ritiene sia giusto inserirlo e chi invece no, per ultima il Cnel, il Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro, guidato da Renato Brunetta, per i rischi di derogare alla contrattazione collettiva. Ma non c’è solo l’elevato stipendio a rendere il Lussemburgo così attrattivo: va considerato che è anche complicato restare senza lavoro. Il tasso di disoccupazione è il più basso tra tutta l’Eurozona, con una percentuale di appena il 5,7% (in Italia l’ultimo dato registrato è del 6,5%). Secondo Numbeo, sito che si occupa di prezzi e di andamenti dei costi della vita nei vari paesi, il Lussemburgo è il Paese del mondo con la qualità della vita più alta in assoluto.

Sede di numerose istituzioni europee

Non si può non ricordare che il Lussemburgo sia sede di numerose istituzioni e agenzie europee oltre a essere uno snodo finanziario di primaria importanza. E che sia uno dei Paesi fondatori della Ue, basta ricordare alcune tappe storiche che l’hanno convertita in quel che ora è: una delle architravi dell’Europa unita. Nel 1952 la città di Lussemburgo è sede della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA)L’appartenenza alla Comunità economica europea (CEE) è il punto di partenza di un’espansione economica caratterizzata da una forte immigrazione. Nel 1985 la cittadina di Schengen acquistò fama internazionale in virtù del trattato che viene firmato da alcuni Paesi europei, e che è alla base della libera circolazione delle persone all’interno dell’Unione europea.

L’attrazione magnetica dei colossi tech per il Granducato

Non si può neanche dimenticare quel che è accaduto negli ultimi anni, la figura ineludibile da cui partire è quella di Jean-Claude Juncker, ex premier del Granducato e poi controverso presidente della Commissione Ue per la sua capacità di attrazione magnetica dei grandi colossi tech che fu alla base di un’inchiesta basata su alcuni Laeks pubblicati dalla stampa internazionale che ne minarono l’autorevolezza. Una dopo l’altra, in rapida successione a partire dal 2004, fissarono la loro sede europea in Lussemburgo la divisione iTunes di Apples, Microsoft, Cisco ed eBay, un’autentica collezione di colossi nel mondo dell’hi-tech capeggiata da Amazon ed Aol. Il loro arrivo fu accolto come l’ennesimo trionfo della reinvenzione economica di una delle enclave sovrane più piccole d’Europa.

Le regole sul tax ruling

L’Ue però col tempo ha messo sotto indagine questo sistema di triangolazione che rischiato di convertire il Paese in una sorta di paradiso fiscale nel cuore dell’Europa. Come non ricordare le inchieste Ue per appurare se gli appetibili regimi di imposizione fiscale privilegiata che il Lussemburgo ha assicurato a due grandi società straniere – Amazon e Fiat – non siano stati esageratamente dolci. Migliaia di pagine di cosiddetti tax rulings (accordi o concessioni di regimi di imposizione fiscale privilegiata) presi dal governo del Lussemburgo e trapelate di nascosto hanno messo in luce in che modo centinaia di altre aziende siano riuscite a trasferirsi nel Granducato e siano riuscite a pagare imposte per importi del tutto irrisori.

 

 

 

fonte: CORRIERE.IT

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