di ROCIOLA Savio
L’Intelligenza Artificiale è ormai una realtà in rapida evoluzione che sta rivoluzionando il modo in cui viviamo e lavoriamo. La discussione su una possibile tassazione dell’IA è diventata centrale, infatti in una sezione del “Pomeriggio con Noi”, il programma condotto dal giornalista Franchi Tommaso della Cusano Italia TV, si è parlato dell’IA, in stretta correlazione con lavoro, internet e economia. Alcuni sostengono che bisognerebbe comprendere l’essenza dell’IA anziché tassarla, altri evidenziano la necessità di regolamentare il suo utilizzo anche per andare poi a evitarne delle disparità economiche… le cose da dire sono state molteplici, ma William Nonnis, analista tecnico per la digitalizzazione e innovazione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e Domenico Raguseo, responsabile della unit di CyberSecurity del gruppo Exprivia, hanno delineato un filo attraverso queste tematiche.
Data l’importanza dell’argomento impossibile non citare l’attualità. Abbastanza scalpore nelle ultime settimane l’ha fatto, tra le altre, la notizia che una nota azienda informatica statunitense, ha licenziato centinaia di dipendenti, dopo che molte attività amministrative e creative sono state automatizzate con l’intelligenza artificiale. Il gigante di internet, però, dopo questi licenziamenti, prevedendo anche di creare nuovi ruoli e aumentare le assunzioni quest’anno, non ha in alcun modo menzionato l’intelligenza artificiale che sta sconvolgendo diversi settori.
Tra i vari interventi del pomeriggio, Domenico Raguseo ha sottolineato che prima di parlare di tassare l’IA, bisogna capire cosa essa sia. Infatti oggi siamo circondati da prodotti e servizi che utilizzano di già AI ed essendo prodotti di mercato, sono già tassati. Quindi facciamo riferimento a qualcosa che in questo momento non è ancora tassato e se c’è qualcosa che produce ricchezza, è imprescindibile che venga tassata. Il reale problema dice sempre Raguseo è che le tasse puoi darle a chi produce ricchezza ed oggi AI, capacità di calcolo, le nuove tecnologie sono appannaggio di chi può permetterselo. Quindi l’AI corre il rischio di creare velocemente un gap tra chi produce ricchezza e chi no. Nulla di nuovo rispetto a quanto accaduto in passato, ogni volta che una nuova tecnologia è stata introdotta, con la differenza che oggi le trasformazioni accadono molto velocemente. Raguseo poi ha concluso parlando dei rischi collegati alla AI ed il lavoro. “Chiaro che l’AI sta modificando professioni, avrà impatto su politica, società, ma questo è sempre accaduto nella storia. I castelli in forma quadrata sono stati sostituiti dai castelli a forma sferica a seguito della invenzione della polvere da sparo. A seguito di questa invenzione, i castelli sono stati trasformati in sferici. Chi si è adattato a questa trasformazione ha continuato a stare sul mercato, gli altri sono scomparsi. Questo è valido anche per l’AI, inevitabile. Quello di cui preoccuparsi è che tutta la trasformazione digitale si basa su internet, inclusa l’AI ed internet è tutt’altro che sicura.”
L’IA, una forza trasformativa che richiede una gestione oculata, equa e responsabile. La tassazione è solo uno degli aspetti di una discussione più ampia sull’impatto e sul futuro di questa tecnologia.
La chiave può essere l’informazione: capire questo “nuovo strumento” per poter sfruttare appieno il suo potenziale e creare nuove opportunità lavorative, proprio come ha detto William Nonnis, durante la chiacchierata pomeridiana, senza però dimenticare le parole della Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, che in una intervista rilasciata ha dichiarato che la qualità la fa l’uomo, non di certo solo la macchina.
Accettiamo la sfida? Sapremo bilanciare l’innovazione con la salvaguardia dei valori umani fondamentali?
Savio Rociola
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