Il sottosegretario alla Cultura chiede un riesame dei testi rap e suggerisce la cancellazione di quelli con contenuti controversi
di Redazione
Durante la Milano Music Week, Gianmarco Mazzi, sottosegretario alla Cultura con delega alla Musica, ha attaccato duramente il genere rap, dichiarando che i testi di alcuni brani “avvelenano intere generazioni”. Nell’ambito di un panel sulla prospettiva futura della musica, Mazzi ha sottolineato la necessità che l’industria discografica rivisiti e cancelli i testi ritenuti inappropriati se desidera il sostegno pubblico.
Il sottosegretario ha citato versi sessualmente espliciti e di dubbio gusto di rapper noti, affermando che tali testi sono “inni alla violenza contro le donne”. Ha espresso preoccupazione per la deriva del genere, sottolineando la pericolosità di alcuni contenuti e definendoli “inni alla violenza contro le donne”.
La critica non si è limitata al genere rap, ma si è estesa anche all’industria discografica, colpevolizzata per lucrare su temi controversi. Ha richiamato l’attenzione sul business che ruota attorno a certi testi e ha chiesto alle aziende di adottare codici etici simili a quelli delle loro controparti americane.
Mazzi ha esortato l’industria a considerare l’impatto sociale dei testi e ha sottolineato che alcuni artisti non dovrebbero essere autorizzati a salire sui palcoscenici. Ha riferito di avere aspettative in merito al settore e ha sollevato la questione della necessità di affrontare il problema.
Tuttavia, la sua presa di posizione è stata criticata durante il panel, con i colleghi e il moderatore che hanno sottolineato l’importanza della libertà di espressione artistica e hanno suggerito che la censura non è la soluzione ideale. La discussione ha evidenziato il conflitto tra la volontà di difendere la reputazione sociale dell’industria musicale e il rispetto per la libertà creativa degli artisti.
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