Edilizia. Cambia il Salva Casa. Dario Iaia (FdI): «Gli abusi su parti comuni non bloccheranno più i lavori nei singoli appartamenti»

Iaia spiega come la nuova normativa semplificherà la vita dei cittadini, permettendo interventi di riqualificazione più rapidi ed efficienti.

di Redazione

In attesa che il Parlamento provveda alla conversione in legge del Decreto Legge n. 69/2024, ci si interroga sulla nuova versione dell’art. 34-bis del d.P.R. n. 380/2001. Siamo ormai in dirittura d’arrivo e, dopo il voto dell’VIII Commissione, è in programma per il 17 luglio 2024 (inizialmente prevista per il 15 luglio) la discussione dell’aula della Camera dei Deputati sul testo del disegno di legge di conversione del D.L. n. 69/2024 (Decreto Salva Casa) che rinnoverà nuovamente i contenuti del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia).

Considerate le tempistiche (scadenza il 28 luglio 2024), è molto probabile che alla Camera (e poi al Senato) si procederà con un voto di fiducia al Governo sul testo predisposto dalla VIII Commissione. Successivamente il testo del disegno di legge approderà in Gazzetta Ufficiale e le modifiche al Testo Unico Edilizia (TUE) entreranno in vigore.

Le votazioni in commissione Ambiente della Camera sono iniziate, il testo definitivo sarà portato in Aula il prossimo 17 luglio. Tra le novità più consistenti: la definizione di “stato legittimo”, la rimozione degli abusi edilizi, le vetrate panoramiche e le tende da sole.

Nella giornata di ieri sono cominciate le votazioni presso la commissione Ambiente della Camera sugli emendamenti al decreto Salva Casa. Superata questa primissima fase iniziale, una seconda sessione di voti si terrà tra il 15 e il 16 luglio, per poi portare il testo definitivo in Aula il 17.

La modifica più importante ha interessato la definizione di stato legittimo, ossia la dimostrazione che un immobile è conforme alle norme edilizie esistenti. Quindi, ora, gli abusi sulle parti comuni non bloccheranno gli interventi sui singoli appartamenti e, viceversa, le irregolarità presenti su un singolo immobile non ostacoleranno la ristrutturazione delle parti condivise dell’edificio.

L’onorevole Dario Iaia di Fratelli d’Italia ha spiegato: «La filosofia è evitare quei problemi che hanno per esempio caratterizzato il Superbonus, quando le difformità presenti su un singolo immobile hanno rischiato di bloccare la riqualificazione delle parti comuni. Stesso discorso per i singoli appartamenti, che a volte rischiano di non essere ristrutturati a causa di difformità sulle parti comuni».

Iaia ha inoltre aggiunto: «Come relatore del Dl “Salva Casa”, continua alacremente il lavoro in Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici per cercare di migliorare, il più possibile, un provvedimento che agevolerà la vita degli italiani. Sarà più semplice vendere i propri immobili, sanare le piccole difformità o le tolleranze costruttive, procedere con i cambi d’uso, non essere vincolati, se si vive in un condominio, per un abuso di un singolo condomino e tanto altro ancora. Il compito della politica, per come la intendiamo noi, è anche quello di semplificare la vita dei cittadini».

Tra le modifiche proposte, un’altra molto interessante riguarda l’obbligo di rimuovere gli abusi edilizi a seguito di ingiunzione comunale. Rispetto all’attuale termine di 90 giorni, qualora venisse approvato il Salva Casa, l’amministrazione locale avrebbe la facoltà di disporre un rinvio fino a 240 giorni – secondo il testo dell’emendamento – “nei casi di serie e comprovate esigenze di salute dei soggetti residenti negli immobili all’epoca di adozione dell’ordinanza o di assoluto bisogno o di gravi situazioni di disagio socio-economico”.

Una correzione, però, che ha suscitato critiche da parte dell’opposizione. Infatti, mentre per Errico Mazzetti (FI) il punto è rinviare le demolizioni nel caso in cui sussistano ragioni di salute dei residenti, la capogruppo Pd alla Camera Chiara Braga ha insistito sull’aleatorietà della norma e sull’assenza concreta di un criterio per valutare le effettive situazioni di disagio.

Infine, le modifiche hanno preso in esame anche le vetrate panoramiche amovibili (Vepa), realizzabili in edilizia libera, e le tende da sole. Le prime non potranno essere utilizzate per chiudere porticati che trovano uno sbocco su uno spazio pubblico, rientrando tuttavia in pieno regime libero. Per le seconde, invece, non sarà necessario disporre di autorizzazioni specifiche per l’impianto di pergole bioclimatiche, ossia quelle strutture formate da lamelle orientabili in base ai diversi agenti atmosferici.

Queste novità legislative rappresentano un’importante svolta nel campo dell’edilizia, con l’obiettivo di rendere più agevoli e meno burocratici i processi di ristrutturazione e riqualificazione, a beneficio dei cittadini e della qualità della vita nelle città italiane. Le nuove disposizioni mirano a favorire una gestione più efficiente degli immobili, assicurando al contempo il rispetto delle normative senza penalizzare ingiustamente i proprietari.

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