Covid, i sintomi dell’ondata estiva: come riconoscerli

Torna il picco: in Italia contagi in aumento. La variante più diffusa è la Kp.3

Il caldo e la stagione estiva non sembrano rallentare la diffusione del Covid che, secondo gli esperti, è pronto ad affrontare l’ondata estiva con sintomi ben definiti, che è bene conoscere per non farsi trovare impreparati.

Casi in aumento

Secondo l’ultimo bollettino di monitoraggio del ministero della Salute-Iss (settimana 27 giugno al 3 luglio), in Italia i nuovi positivi sono stati 3.855, in crescita dai 2.505 del 20-26 giugno. Scendono i  morti, da 21 a 18. I tamponi aumentano da 79.339 a 81.900 e il tasso di positività passa da 3,2% a 4,7%.

I sintomi dell’ondata estiva

Come spiegato dall’epidemiologo del Campus Biomedico di Roma, Massimo Ciccozzi, i sintomi principali sono: febbre, raffreddore e mal di testa, sintomi “abbastanza lievi però occorre prestare attenzione perché potrebbero mutare da persona a persona perché il sistema immunitario è diverso e reagisce in maniera differente”.

La variante KP.3

Identificata per la prima volta lo scorso ottobre negli Stati Uniti, la variante KP3 è al momento la più diffusa negli Usa, con un’incidenza del 25% sulla totalità dei casi registrati in tutto il territorio statunitense, percentuale destinata ad aumentare vista la velocità con cui sta circolando. Stando a quanto scoperto dai ricercatori, nonostante una diffusione rapida e sintomi simili a quelli causati da altre varianti, la KP3 ricorderebbe la Delta, ma non sarebbe altrettanto aggressiva. L’attenzione degli esperti si sta concentrando anche su una sua variante, KP.3.1.1, che si starebbe diffondendo velocemente.

Lo studio. Il virus non ha colpito solo i polmoni ma anche cuore, fegato e reni

Le morti nella pandemia da Covid-19 non sono solo state causate dall’insufficienza respiratoria acuta, ma sono state riscontrate anche microtrombosi dei piccoli vasi, associate a una grave compromissione di altri organi oltre al polmone, come il cuore ei reni. È la conclusione a cui giunge uno studio, coordinato dall’Università di Padova e condotto da un team di ricercatori delle Università di Yale (Usa) e Birmingham (GB), e le Aziende Ospedaliero-Universitarie di PadovaPapa Giovanni XXIII (Bergamo), Asst Bergamo Est Seriate, e Fatebenefratelli Sacco (Milano), pubblicato nel Journal of Hepatology.

Oltre a cuore e reni, secondo la ricerca, la micro trombosi è stata osservata anche nel fegato, e seppur il coinvolgimento epatico fosse spesso presente nei pazienti affetti da Covid-19, il significato di queste alterazioni rimaneva incerto. Coautore dello studio è Paolo Simioni, direttore del dipartimento di Medicina a Padova e della Clinica Medica prima.

Nell’area di Bergamo – commenta Aurelio Sonzogni, responsabile del reparto di Patologia dell’Asst Bergamo EstSeriate – il Covid-19 è stato una tragedia senza precedenti.

Bergamo, viaggio al cuore dell’emergenza Covid 

Covid, stop all’obbligo di mascherina in ospedale nei reparti per fragili

Dal 1 luglio stop alle mascherine. E’ terminata da 10 giorni la proroga dell’ordinanza del ministero della Salute del dicembre 2023 che prevedeva l’obbligo di indossare le mascherine protettive per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi.

 

fonte: RAI NEWS

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