“La vita può cambiare solo con amore, passione, dedizione, intelligenza e pazienza” questa la frase di don Rino Caporusso, in occasione dell’incontro “Città NO SLOT” tenutosi nella Parrocchia San Paolo di Barletta, affrontando la tematica del gioco d’azzardo.
Durante questo primo incontro della campagna di sensibilizzazione per la dipendenza dal gioco d’azzardo, rivolto in primis alle famiglie, c’è stato un bel momento di ascolto e dibattito tra i relatori e i presenti, anche facendo piccoli riferimenti, sulle realtà della nostra città.
Un vero e proprio “Cancro sociale”, come lo ha definito il Santo Padre Francesco, molto simile alla dipendenza dalla droga, e che pur sempre provoca problemi perfino alle giovani generazioni, assuefatte da un qualcosa di diverso dal gioco “primordiale”, quel tipo di gioco sano e bello che viene fatto fin dalla tenera età e che andando avanti con l’età può sembrare noioso o infantile, poiché non crea più il brio di una vincita con un ritorno tangibile manualmente.
Un allarme sociale, che fa preoccupare quando ci si rende conto che a livello nazionale, i dati, sulle persone affette da questa problematica, non sono presenti poiché abbastanza datati oppure confusionari, mentre in Inghilterra esistono associazioni che raccolgono e analizzano i dati regolarmente.
“Perché non esiste un vero e proprio controllo?” Una delle domande poste dai presenti… una domanda che sicuramente non può avere una risposta concreta, dato che attualmente non esistono dei veri e propri controlli aziendali, dato che perfino i giochi d’azzardo online adesso sono sempre più accessibili e sicuramente con la pandemia in molti sono caduti in “tentazione” delle tante pubblicità che compaiono ogni giorno sui nostri schermi.
Bello vedere un evento del genere, una tematica così particolare, trattata in una parrocchia, primo luogo di aggregazione e immagine di un quartiere, luogo che da sempre è un “porto sicuro”, vera immagine di una parrocchia che cresce in modo sano, dove ragazzi e adulti possono trovare compagnia, raccoglimento, spirito comunitario. “Rompiamo il silenzio”, ha sottolineato Don Rino, questo è lo spirito dell’incontro… sensibilizzare famiglie, e soprattutto i giovani a ritrovare la bellezza del gioco, quello vero, quello che ha sempre creato unione, raccoglimento, squadra e condivisione, arrivando a vincere, quel grande premio che è la bellezza dello stare insieme, del condividere una gioia, dell’intessere delle relazioni e avere un amico.
Tra i vari dati che il Parroco Don Rino, è riuscito a recuperare, per poi commentarli con i presenti e con l’associazione organizzatrice dell’evento (PIS “Servizio di Pronto Intervento Sociale”), troviamo il pauroso dato di un lontano 2016 il cui fatturato derivato dal gioco d’azzardo è pari a 96miliardi di euro, più di quanto viene speso per l’ istruzione.
Antonino Tarantino, uno dei relatori, in rappresentanza del gruppo “Crocevia dei mondi”, ha illustrato la loro attività nella città della Disfida per combattere la ludopatia con il “Gioco sano”, un gioco vero, dove il “vero premio” è quello di aver costruito delle relazioni ed essere stati tutti insieme. Poi ha condiviso l’esperienza vissuta dall’associazione presso il Parco dell’Umanità, una zona periferica della nostra città che talvolta sembra abbandonata; qui hanno posizionato dei tavolini richiamando i giovani al vecchio modo di giocare, in compagnia e nella forma primordiale di socialità ante quella virtuale predominante dei nostri tempi. Promuoviamo il gioco sano! La vittoria nel gioco d’azzardo psicologicamente, procura molta più soddisfazione di un qualcosa di lavorato, è come un amo ideale, che provoca una soddisfazione adrenalinica del momento, tirandoti però sempre più giù, assuefatto dalla spirale del gioco fino a diventare compulsivo.
Questa occasione d’incontro, è stato un evento supplementare per i parrocchiani della San Paolo, che si è andato ad aggiungere al percorso che stanno affrontando durante questo anno pastorale, chiamato “L’alfabeto della vita morale”, vero e proprio percorso formativo e di crescita, attraversando le varie lettere della vita.
Nei prossimi giorni il Servizio di Pronto Intervento Sociale, proseguirà la campagna di sensibilizzazione, precisamente il 3, 4 e 5 maggio per aiutare i ragazzi delle classi seconde del liceo Cafiero a comprendere la problematica, ascoltando anche dei loro pareri sul tema, dato che in questa dipendenza si stanno immergendo anche molti giovani, loro coetanei, che rischiano di affacciarsi a un mondo pericoloso.
Savio Rociola
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