L’Associazione patriottica e il Consiglio dei vescovi cinesi danno l’ordine di “sospendere” la riapertura delle chiese; “sospendere” tutte le attività di pellegrinaggio; “rimandare” la riapertura delle scuole negli istituti religiosi e seminari. Per combattere la pandemia, il Consiglio di Stato ha stabilito che si evitino “gli assembramenti religiosi”. La Cina ha tolto la quarantena al Paese lo scorso marzo.
Pechino (AsiaNews) – Le chiese devono rimanere ancora chiuse; sono cancellate tutte le attività religiose e soprattutto i pellegrinaggi mariani; è rimandata l’apertura delle scuole negli istituti religiosi: è quanto esige lo “Yi hui, yi tuan”, ossia l’Associazione patriottica e il Consiglio dei vescovi cinesi, i due organismi – non riconosciuti dalla Santa Sede – che gestiscono la vita delle comunità cattoliche in Cina.
In una comunicazione del 26 aprile, si danno ordini per una “doppia sospensione e un rimando” che varranno per tutto il mese di maggio.
La prima “sospensione” è che le chiese rimarranno chiuse in tutto il territorio cinese. Gli edifici sacri sono sbarrati dal 23 gennaio, il giorno in cui è scattata la quarantena in tutto il Paese a causa del coronavirus. A fine marzo l’isolamento è stato tolto dal Paese – l’8 aprile per la città di Wuhan – e il governo ha spinto la popolazione a riprendere la vita normale e ad andare a lavorare. Ma, secondo l’avviso dello “Yi hui, yi tuan”, sebbene “la situazione epidemica in Cina è al momento sotto controllo… la pandemia continua a diffondersi all’estero, e il pericolo di casi provenienti dall’estero ha riscontrato una notevole crescita”. A causa di ciò, “bisogna continuare la sospensione dell’apertura dei luoghi per attività cattoliche e per tutte le attività religiose”.
La seconda “sospensione” è per tutte le attività legate ai pellegrinaggi mariani. In pratica, quasi ogni diocesi in Cina ha un santuario mariano, molto visitato durante le feste della Madonna e in particolare nel mese di maggio. Quest’anno, “nessun tipo di attività di pellegrinaggio verrà organizzato durante il mese mariano”. Sempre a motivo della pandemia, “per assicurare la sicurezza e la salute dei sacerdoti e dei fedeli si prega di evitare le eventuali ricadute causate dagli assembramenti di persone; le diocesi e le parrocchie sono tenute a sospendere le attività di pellegrinaggio di gruppo, o di organizzazione di pellegrinaggi interregionali. I vescovi e i sacerdoti devono avvisare in anticipo i propri fedeli, chiedendo loro di pregare nella propria abitazione, recitare il rosario, fare la meditazione per venerare la Vergine Maria, passando in pace questo mese a Lei dedicato”.
Due settimane fa, la diocesi di Shanghai ha decretato anche la cancellazione di ogni attività di pellegrinaggio al santuario nazionale di Nostra Signora di Sheshan.
Il “rimando” riguarda le scuole all’interno degli istituti religiosi femminili (in Cina è proibita la vita religiosa maschile), legate alla maturazione delle vocazioni, e i seminari. La “Yi hui, yi tuan” ordina che per tutto il mese di maggio “si prega di rinnovare i metodi di insegnamento, organizzando corsi online e rafforzando la capacità di studio individuale degli studenti, affinché le lezioni possano continuare regolarmente nonostante la chiusura delle scuole”.
Nel dare queste indicazioni, l’Associazione patriottica e il Consiglio dei vescovi dicono di seguire le dichiarazioni del Consiglio di Stato, che per “proseguire il lavoro anti-coronavirus”, ha stabilito che si “evitino gli assembramenti religiosi”.
Secondo alcuni cattolici locali, la decisione è dovuta più al disprezzo della religione, che a una vera preoccupazione per la pandemia. “Si riaprono le fabbriche, i bar, i negozi, i mercati… ma non le chiese”, ha detto ad AsiaNews un giovane di Wuhan.
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