Chiese sempre più vuote. Riflettiamo e rispondiamo per una ripartenza

di ROCIOLA Savio

L’urlo giunge dalle pagine del giornale “Avvenire”, che parlano e risuonano nelle menti, grazie alla voce donata dalle labbra del vescovo di Mantova, Gianmarco Busca, presidente della Commissione episcopale Cei per la liturgia. 

Il campanile non richiama più come accadeva fino a pochi anni fa; per fare riferimento a un contesto fresco, probabilmente neanche le 7 nuove campane per celebrare i 10 anni della chiesa della Trinità, in Barletta, basteranno per richiamare con forza e in gran numero i fedeli a sedere tra i banchi. Si parla di “chiese vuote” un concetto che va a riassumere un momento di totale vuoto, del quale in molti dovrebbero interrogarsi. Un “gregge disperso” che frequenta sempre meno le chiese italiane, dove il più grande evento che ha dato flessione in negativo alla curva di presenze è stato il Covid. Chi prende parte a un rito religioso almeno una volta alla settimana è circa il 19% della popolazione, una cifra, quella data dagli ultimi dati, che dimostra di essersi ridotta di un terzo in soli diciotto anni.

All’appello mancano tanti ragazzi: tra gli adolescenti (14-17 anni) i praticanti assidui sono passati dal 37% del 2001 al 12% del 2022 e quelli tra i 18 e 19 anni sono scesi dal 23% nel 2001 all’8% nel 2022.“L’estraneità dei giovani alla liturgia è lo specchio di una Chiesa a due velocità: quella degli “over” che vanno a Messa e quella delle nuove generazioni che si ricompattano nei grandi eventi come la Gmg o che ha forme aggregative diverse rispetto a quella liturgica” ha sottolineato il Vescovo Gianmarco Busca, rimandando le menti di quellipiù attenti, ai momenti ludici (campiscuola, oratori), che seppur in modo limitato riescono ancora ad accogliere qualche ragazzo o alla GMG che accoglie ragazzi numerosi da ogni dove.

“È evidente la diminuzione della pratica della fede. Ma occorre ricordare che l’esperienza ecclesiale non si esaurisce entro i confini del rito. Come narra il Vangelo, Cristo è passato beneficando e risanando tutti quelli che incontrava nei contesti ordinari della vita. Ecco, la Chiesa intercetta non soltanto coloro che si siedono sulle panche ma l’intero popolo di Dio che comprende anche chi si interroga sulla verità e sul bene. Del resto non dobbiamo disconoscere che c’è una diffusa ricerca di spiritualità nel nostro Paese, di cui la Chiesa è chiamata a farsi interprete”, ha spiegato il vescovo Busca, prima di proporre: Dovremmo chiederci: chi si è allontanato da chi? È la gente che si è allontanata dalla Chiesa o da determinate ritualità; oppure è la Chiesa che si è allontanata dalle persone perdendo in parte la sua capacità di incontro nel nome del Vangelo? Comunque spesso siamo di fronte a comunità con legami fragili, con appartenenze deboli e talvolta anche con uno stile di fraternità a velocità variabile”.

Cosa continua ad attrarre sempre le persone? Probabilmente qualcosa è rimasta, solo in quel momento dove la fede va ad intersecarsi con la pietà popolare e le tradizioni locali… Le feste patronali! Vero e proprio momento, forse unico nel suo genere, dove quasi in ogni città, se si riesce a creare una buona festa, grazie a un lavoro sinergico fatto da più parti, si riesce a “richiamare” per le strade tanti fedeli. Quella la si può chiamare fede o semplicemente folklore e tradizione? Una cosa è certa, il richiamo in quei momenti, magari anche solo per spirito di appartenenza a un territorio è forte.

Ma quindi quale è il vero problema? Ripartiamo da qualche domanda abbastanza intrigante e punzecchiante posta dal Vescovo di Mantova, dei veri e propri esempi dal quale ciascuno può partire per interrogarsi, nessuno escluso, mettendo in discussione un operato che va avanti da anni, con il classico “si è sempre fatto così”. Come mai i giovani sono sempre meno presenti? Perchè anche i momenti ludici o formativi hanno meno partecipazione rispetto a qualche anno fa? Come mai la Chiesa ha perso e perde sempre più quella funzione che aveva di essere un luogo cardine, insieme alla scuola, di formazione e crescita? Tante domande, con delle risposte, che lascio a voi lettori dare, auspicando che prima o poi queste siano un modo per riavvicinare ogni pecorella in un gregge che può dar tanto nella vita di ciascuno. Da dove poter ripartire per un nuovo inizio?

Savio Rociola

 

Be the first to comment on "Chiese sempre più vuote. Riflettiamo e rispondiamo per una ripartenza"

Leave a comment