Il 34enne che uccise moglie e figli il 14 giugno 2014, oggi decide di rinunciare all’appello. Sono passati già tre anni da quando Carlo Lissi, invaghito di una giovane collega che non lo corrispondeva compì l’omocidio. Il perito informatico uscì di senno uccidendo la moglie Maria Cristina Omes e accoltellando i figli Giulia, di 5 anni, e Gabriele, di 20 mesi. La città era impegnata a guardare l’Italia giocare contro l’Inghilterra nel mondiale brasiliano, mentre nella testa dell’assassino c’era un unico pensiero: la libertà. I vicini pensavano:”soliti schiamazzi!”,invece nella villetta di via Ungaretti 20 a Motta Visconti, Lissi uccise la moglie con sette coltellate a gola e corpo e i figli con un colpo a testa. Grazie all’appello della ragazza per la quale il 34enne aveva perso la testa, confessa e chiede il massimo della pena. Oggi il signor Lissi pare aver recuperato la ragione, ritenendo giusto scontare l’ergastolo, chiede scusa ai giudici “per la perdita di tempo” e lo comunica alla Corte d’Appello di Milano.
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