Sul ring ora rimangono solo in due. Come in tante città italiane, il 14 e 15 maggio non sono bastate a dare un verdetto e fornire, alle città che si sono dovute interfacciare con le amministrative, il primo cittadino, anche Bisceglie si trova a dover aspettare il ballottaggio del 28 e 29.
Chi sono i due reduci biscegliesi dalla prima tornata? Il sindaco uscente, Angarano Angelantonio, e Spina Francesco, già stato sindaco nel 2006 e riconfermato nel 2011.
Un vero e proprio bivio, che determinerà il futuro di tutta una città che, chissà come potrà essere, dato che i voti parlano chiaro e dimostrano una città totalmente divisa, senza essere riuscita ad eleggere il primo cittadino al primo turno.
Tante sono le ipostesi, i calcoli per le poltrone che si possono fare e sicuramente non è cosa difficile, grazie al metodo D’Hondt, che a ogni turnata elettorale, viene “riesumato” per l’attribuzione dei seggi nei sistemi elettorali, ma bisogna anche considerare le “mine vaganti”, i due candidati sindaci non al ballottaggio, Napoletano e Fata, che saranno, in particolare quest’ultimo, il vero ago della bilancia, che avrà probabilmente la forza di spostare i suoi 7.251 voti conquistati in caso di apparentamento. Il 25% (piu precisamente 24,6%) dei votanti, che non troverà più sulla scheda elettorale (sempre se andrà a votare) il nome del candidato sindaco precedentemente scelto, ma i nomi dei due candidati che hanno raccolto larghi consensi, separati al primo turno più o meno da 200 preferenze. Riusciranno anche a cambiare il dato negativo dell’affluenza, che domenica si è solo fermato al 61.91% dei 48619 elettori iscritti nelle liste?
Come ha detto Vittorio Fata, “ora è il tempo delle riflessioni in vista del ballottaggio”, sicuramente le sue saranno le più attese a quanto pare, dato che poi ha proseguito affermando che Bisceglie “non potrà essere amministrata da un uomo solo al comando né potrà permettersi il lusso di perdere altro tempo”.
E se chi chiedessimo… Destra o sinistra? Chi ha vinto? Il centrodestra sempre forte, sembra averla spuntata, sul PD, che risulta in netta risalita, forse grazie al tocco femminile della Schlein, che porta il partito più votato, in 9 dei 13 capoluoghi al voto, un bel premio di consolazione di grande rilevanza.
Sicuramente ora il lavoro da fare sarà tanto, per i candidati al ballottaggio, per gli aghi della bilancia, per gli elettori, che dovranno a questo punto far discernimento e memoria, del passato, presente e futuro, pensando a ciò che vogliono per la loro città, come lo vogliono e chi si sentono che questo potrà realmente farlo.
Savio Rociola
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