Biden ha il Covid e per la prima volta considera l’idea del ritiro: «Pensate che Kamala possa vincere?»

Il presidente Usa si metterà in isolamento. Il Washington Post rivela: il leader dei deputati Jeffries e il capo dei senatori Schumer hanno detto esplicitamente a Biden che la sua candidatura mette in pericolo le possibilità del Partito democratico di mantenere il controllo di una delle due Camere

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diMassimo Gaggi

MILWAUKEE  – Domani riunione (prevedibilmente infuocata) del Comitato regole della DNC, l’organizzazione del Partito democratico, per decidere se anticipare ai prossimi giorni, con un roll call virtuale dei delegati, la nomina di Joe Biden come candidato per la Casa Bianca attesa alla convention che si aprirà il 19 agosto a Chicago. Intanto, superati i giorni dello choc per l’attentato a Donald Trump, in Congresso sale di nuovo la pressione dei democratici che chiedono al presidente un passo indietro: Adam Schiff, uno dei parlamentari più autorevoli, gli chiede esplicitamente di passare il testimone. E il Washington Post rivela che la settimana scorsa prima il leader dei deputati Hakeem Jeffries, giovedì alla Casa Bianca, poi il capo dei senatori Chuck Schumer, sabato nella sua residenza in Delaware, hanno detto esplicitamente a Biden che la sua candidatura mette in pericolo le possibilità del Partito democratico di mantenere il controllo, se non della presidenza, almeno di una delle due Camere.

Ma Biden ha continuato a tenere duro: ha ripreso la campagna arrivando fino a Las Vegas dove ha parlato con energia all’assemblea della Naacp (associazione per la tutela dei diritti degli afroamericani). Poi, però, un’altra tegola si è abbattuta sulla sua testa: ha dovuto cancellare il successivo comizio per la comunità ispanica perché positivo al Covid. Tosse, raffreddore, qualche linea di febbre: sintomi lievi ed è vaccinato, assicura la Casa Bianca, ma il presidente ha dovuto sospendere la campagna elettorale appena ripresa. Rientrato in Delaware, è ora in isolamento nella sua residenza estiva di Rehoboth Beach.

Fin qui Biden è apparso determinato ad andare avanti contro tutto e tutti. Il ferimento di Trump gli ha consentito di prendere tempo: giorni sfruttati per correggere il tiro degli attacchi al leader repubblicano, ma anche per mostrarsi attivo tra interviste, viaggi, comizi. A Las Vegas ha tessuto le lodi della sua vice, Kamala Harris, dicendo che anche lei potrà essere presidente. Non è, di per sé, un’apertura: l’aveva detto altre volte. Semmai uno spiraglio Biden lo ha aperto in un’intervista a BET News (il tg di un canale per gli afroamericani). In un’intervista concessa dopo il disastro del dibattito televisivo con Trump, il presidente aveva escluso il ritiro «a meno che non me lo chieda Dio Onnipotente». Stavolta ha aggiunto che ragionerà su una rinuncia «se un medico mi dirà che le mie condizioni di salute lo rendono necessario». E ora ha preso il Covid. Un anonimo consigliere ha detto alla Cnn che il presidente sta diventando consapevole delle difficoltà che ha davanti. Pubblicamente continua a dire di essere il più qualificato per fronteggiare Trump, ma in privato è passato dal «Kamala non può farcela» al «pensate che Kamala possa farcela?». Nessuno si sente, però, di sostenere che questo può preludere a un ripensamento.

Intanto, in un partito sempre più nervoso e diviso, fanno discutere un sondaggio AP/Norc secondo il quale i due terzi dell’elettorato democratico vorrebbero un candidato diverso da Biden e una ricerca condotta per conto del fronte progressista dai ricercatori di BlueLabs Analytics (non un vero sondaggio, ma sono stati comunque sentiti 15 mila elettori di sinistra) dalla quale emerge che vari possibili candidati alternativi verrebbero accolti dall’elettorato meglio del presidente e anche di Kamala Harris (che, comunque, va meglio di Biden).

Sono quattro gli esponenti democratici – il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, quello del Maryland Wes Moore, quella del Michigan Gretchen Whitmer e il senatore dell’Arizona Mark Kelly – che sono avanti a Biden di almeno cinque punti negli Stati in bilico tra repubblicani e democratici.

Nei giorni scorsi il nervosismo in casa democratica è stato alimentato anche dalle voci di un blitz, già la prossima settimana, per ufficializzare la candidatura di Biden. L’anticipo era stato ipotizzato tempo fa perché l’Ohio imponeva di formalizzare le candidature entro il 7 agosto, ben prima della convention democratica. Ma da allora il governatore dello Stato, De Wine, ha promulgato una norma che sposta questo termine al 31 agosto. Il DNC è comunque orientato ad anticipare il roll call: domani il Comitato regole discuterà di una data tra l’1 e il 7 sostenendo che è meglio muoversi subito perché potrebbero esserci contestazioni repubblicane alla nuova regola dell’Ohio.

 

 

 

fonte: CORRIERE DELLA SERA

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